Torino, Cairo: "Coronavirus? Ormai pensiamo alla prossima stagione"

Così il presidente granata: "La Serie A andrebbe conclusa entro il 30 giugno o si comprometterebbe anche la prossima annata, ma è impensabile al momento. Priorità ai campionati nazionali, altro che SuperChampions"
Torino, Cairo: "Coronavirus? Ormai pensiamo alla prossima stagione"© Marco Canoniero

TORINO - "Giusto salvare coppe e campionati, però andare oltre il 30 giugno rischia di essere un problema, perché vai ad intaccare la prossima stagione". Così il presidente del Torino, Urbano Cairo, ospite di Sky Sport. "Se si finisce a luglio, ad agosto i giocatori si dovrebbero riposare - dice il patron granata -. E di conseguenza avresti soltanto un mese per prepararti, si andrebbe a riprendere il campionato a ottobre: diventerebbe una cosa particolare complicata, si rischia di compromettere non una ma due stagioni. Dobbiamo cercare in tutti i modi di finire entro il 30 giugno, ma senza accanimento. Anche perché l'emergenza è nel pieno: a parte gli Stati Uniti, nei Paesi vicini a noi lo sviluppo è importante ma sono arretrati rispetto a noi. Il contagio è internazionale e rischia di essere pericoloso. Non si sa quando arriveremo al picco, la vedo complicata: non possiamo mettere a repentaglio la salute dei giocatori e dello staff".

Torino, Cairo: "Pensiamo alla prossima stagione"

Cairo si rende perfettamente conto delle problematiche: "C'è un tema legato anche alla salute economica dei club, ma secondo me dobbiamo cercare di trovare punti di incontro per ripartire i sacrifici tra tutti e ripartire nella prossima stagione. A Wuhan hanno iniziato la quarantena a fine gennaio, la chiuderanno a inizio aprile, due mesi e mezzo da noi vorrebbe dire iniziare a giocare a fine maggio, forse mi sembra più produttivo ipotizzare soluzioni pensando che non si possa giocare prima di fine giugno. L'indebitamento dei club è un fatto innegabile, ma siamo anche di fronte a un problema mondiale che coinvolge tutti". Cairo, dunque, non escluda che la stagione possa non concludersi. Resterebbe il problema dell'assegnazione dello scudetto, ma in generale di tutti i verdetti di tutte le categorie. "Queste sono cose che vanno discusse in Figc e nelle leghe, viviamo una situazione senza precedenti, ci vogliono dei rimedi senza precedenti, non si può ignorare ciò che stiamo vivendo".

Cairo: "Centralità campionati nazionali, non SuperChampions"

Cairo chiede unità e da questo punto di vista vede segnali incoraggianti, sicuramente un miglioramento rispetto al passato recente. "Fino a 10 anni fa il calcio italiano era dietro la Premier, oggi siamo ben distanti dall'Inghilterra, dalla Spagna e dalla Germania, siamo quarti o quinti insieme alla Francia, paghiamo un atteggiamento troppo di bottega che ha penalizzato il calcio italiano dandone una brutta immagine. Ora, però, vedo pochi dirigenti che ragionano così, vedo almeno sedici club che hanno un sentire comune". Cairo ci tiene a sottolineare un altro aspetto: "Mi fa piacere che la Uefa riconosca la centralità dei campionati nazionali, questa è la strada maestra, non la SuperChampions".

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