Torino, da Ansaldi a Sirigu: l'idea di chiudere in granata

L’argentino: «Sono felice di stare nel Toro, la gente mi vuole bene. Se Cairo dirà sì, giocherò qui ?no a 40 anni»
Torino, da Ansaldi a Sirigu: l'idea di chiudere in granata© Marco Canoniero

TORINO - Si sa, gli articoli dovrebbero cominciare sempre dall’inizio: chi, cosa, quando, dove e perché. Chiediamo scusa, però in questo caso preferiamo partire dalla fine proprio perché può rappresentare un nuovo inizio di tutto. Ha detto su Instagram “guerrero_de_dios15”, durante uno dei suoi sermoni che pubblica quasi quotidianamente: «Stiamo attraversando una pandemia per cui non c’è momento migliore per chiedere perdono. Ci possono essere delle persone che vivono o non vivono con te a cui non hai mai chiesto perdono per qualcosa che hai fatto in passato. In questo periodo abbiamo il tempo necessario per capire, per chiacchierare con Dio e con gli altri. Ci sono famiglie che non si parlano da tempo. Questa permanenza in casa rappresenta anche una grande occasione per parlare con se stessi. Questo dramma mondiale non può passare invano: dovrà segnare le nostre anime. E la cosa più importante sarà realizzare un cambiamento nello spirito e nelle azioni: diventare migliori. Cominciamo a chiedere scusa per i nostri errori a parenti e amici. Risolviamo i litigi, torniamo uniti. Utilizziamo il tempo per fare del bene e per pulire i cuori dalla sporcizia. E preghiamo Dio per chi soffre». Non crediamo che codeste parole necessitino di commenti. Su Instagram, il “guerriero” (ultrapacifico) di Dio è Ansaldi. E adesso, saltando dal sacro al profano, ascoltiamo altre sue frasi di queste ore: «Io sono molto contento di stare a Torino. Tutta la gente mi vuole bene ed è più facile giocare quando uno si trova bene. Se Dio vuole... e se Cairo me lo permette!, continuerò a stare qua. Voglio giocare fino a 40 anni. Speriamo». E ancora: «Se ogni anno il mio rendimento cresce, è anche per la fiducia che sento. E che anche in questo momento mi spinge a lavorare molto volentieri con i compagni: tutti insieme in videochiamata, ma sempre ciascuno nella propria casa».

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