Torino, con Vagnati sarà rivoluzione?

Il suo arrivo apre nuovi scenari in una struttura dal DNA granata. Se il dirigente avrà carta bianca dal presidente porterà con sé anche diversi collaboratori
Torino, con Vagnati sarà rivoluzione?© LAPRESSE

TORINO - L’arrivo, praticamente certo, di Davide Vagnati non porta solo un dirigente, ma anche tanti punti interrogativi su come verrà strutturata la società. Dopo l’esonero di Mazzarri il presidente Urbano Cairo ha “granatizzato” il club: in panchina Moreno Longo, figlio del Filadelfia, e più responsabilità a Massimo Bava, dirigente cresciuto nel settore giovanile con risultati di prestigio. Non solo: la struttura tecnica è stata rinforzata con Tonino Asta e le conferme di Emiliano Moretti come dirigente più vicino alla squadra, Antonio Comi in qualità di direttore generale e Alberto Barile con funzioni operative. Insomma, tutte facce da Toro che in quest’ultimo periodo hanno lavorato con grande intensità sotto tutti i punti di vista. Massimo Bava, tra l’altro, su indicazioni di Longo ha cominciato anche a ridiscutere alcuni prolungamenti di contratto (De Silvestri e Ansaldi) e imbastire un paio di trattative importanti: primi contatti con l’entourage di Bonaventura, tra l’altro positivi, e possibilità di scambio Izzo-Gagliardini con l’Inter senza tenere fuori dal discorso il giovane Andrea Pinamonti. Insomma, tanta carne al fuoco.

E adesso? Questo è il grande punto interrogativo a cui Cairo dovrà dare una risposta. I tifosi sono in fibrillazione, non capiscono, aspettano di conoscere i programmi. Anche perché se dovesse ripartire il campionato (giugno-luglio) con che spirito l’attuale gruppo affronterà il finale di stagione in cui i granata si giocheranno la salvezza? Detto questo il discorso diventa più ampio.

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