Torino, Cairo rimanda Bava a guidare il vivaio: lui accetta per amore

Pur ferito dal presidente, che adesso non lo vede più come ds, il dirigente ha accettato il passo indietro comunicandolo via chat ai ragazzi
Torino, Cairo rimanda Bava a guidare il vivaio: lui accetta per amore© LAPRESSE

TORINO - La notte ha portato consiglio. E dentro ore di tormenti interiori, di magoni giganteschi e di legittime riflessioni sul proprio percorso, Massimo Bava ha fatto trionfare due elementi: l’amore per il Toro e la forza di un contratto fino al 2022. Così ha avallato il “paso atrás”, il passo indietro: cioè il ritorno in prima linea alla gestione del settore giovanile. Lo ha comunicato ieri, con una modalità assimilabile ad una fumata bianca: una conference call con le più importanti anime del vivaio. Un paio d’ore intense, con poche soste. Max ha deciso di annunciare a tutti un dettaglio fondamentale per il futuro: "Torno da voi". Senza nulla togliere ad Andrea Fabbrini, oggi titolare di quella cattedra: rimarrà in granata con altre vesti, il problema di una levata di scudi del “Toro di Pinerolo” non pare contemplato, anche in virtù degli ottimi rapporti con lo stesso Bava che peraltro lì lo aveva insediato.

Nel weekend l’attuale direttore sportivo, ormai di fatto scalzato dal prossimo approdo di Davide Vagnati, aveva meditato a lungo. Ha valutato l’ipotesi che fosse arrivato il momento di dire addio, per mostrare altrove una stoffa da dirigente ad alti livelli. Poi l’incontro con Cairo di lunedì, complice la discesa a Torino del presidente per il 4 maggio, e la presa di coscienza che non ci sarebbe stata un’altra posizione da occupare in società se non da coordinatore del vivaio, avendolo il suo datore di lavoro giudicato non ancora pronto per fare il “ds dei grandi” nella scia del predecessore Petrachi; di qui, la lunga “pensata” notturna. Ha vinto l’affetto per il granata. Il momento storico, poi, non è certo propizio per cambiare aria. Allora Bava non lascia, ma raddoppia l’impegno per riportare in alto le giovanili e rendere operativo il progetto Robaldo, in ormai pluriennale attesa del via libera definitivo.

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