Torino, Izzo e quelle parole finite al vento

Il difensore prima della partita: "Dai mostriamo fame e cattiveria"
Torino, Izzo e quelle parole finite al vento

TORINO - Non sono queste le partite che il Toro ha l’obbligo di vincere. Un adagio classico, che calza a pennello per le squadre che devono lottare con le unghie e con i denti per conquistare la permanenza in Serie A. E’ questo, d’altronde, il destino dei granata. Che a San Siro hanno dato pochi segnali di vita. Se l’arbitro Maresca avesse concesso il rigore sul contatto Tonali-Verdi (i dubbi sulla decisione rivista e corretta davanti almonitor rimangono), forse il secondo tempo avrebbe potuto prendere una piega diversa. Ma col condizionale, in ogni caso, si fa poca strada. Gli uomini di Giampaolo lottano, non concedono tantissimo (considerando il valore del Milan), ma creano una miseria: con la prima della classe non può bastare. Enorme è la differenza sul piano della consapevolezza: il Milan gioca a memoria, con una convinzione fuori dal comune. Il Toro sta trovando soltanto ora i propri punti fermi. La rotta si vede più nitidamente ma c’è ancora tanto mare da navigare prima dell’approdo. A fine partita i musi a San Siro sono lunghissimi, come quello di Belotti, richiamato da Giampaolo a cinque minuti dalla fine: anche il capitano avrebbe voluto contribuire maggiormente al cospetto del Diavolo, ma si è dovuto arrendere. Pure di fronte alla stanchezza e alla mancanza di un vero partner.

La sensazione è che il Toro avrebbe potuto giocare ancora per ore, ma che il divario coi padroni di casa mai sarebbe stato colmabile. Ora silenzio (ieri sera bocche cucite) e testa alla Coppa Italia: già dopodomani i granata avranno lo spazio per prendersi la rivincita. Ma il mirino è puntato sul campionato: Spezia, Benevento e Fiorentina dovranno fornire una bozza di ciò che sarà il girone di ritorno. Slancio verso la salvezza o altre sofferenze atroci in vista? Lo dirà la seconda metà di gennaio, non c’è dubbio. Da cosa ripartire? Dalle parole di Armando Izzo del pre-partita a Dazn, che tracciano quella che dovrà essere la linea da seguire da qui a fine campionato: «Io e i miei compagni ci aiutiamo a vicenda. Per essere una squadra si deve fare così. Ci siamo ritrovati e ci siamo parlati, anche perché eravamo in fondo in classifica e non lo meritavamo. Adesso dobbiamo fare vedere fame e cattiveria». Componenti viste a tratti soltanto nel secondo tempo contro il Milan. Componenti che dovranno diventare il pane quotidiano dei granata. Da martedì in Coppa Italia, ma soprattutto da sabato alle ore 18: quella contro lo Spezia è già una finale. E, sì, sono queste le partite che il Toro deve vincere.

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