Torino, il piano di Cairo per trattenere Belotti

Non bastano la salvezza e i soldi per farlo restare: nuova fidelizzazione, club più forte, progetti, mercato e strutture
Torino, il piano di Cairo per trattenere Belotti© /Ag. Aldo Liverani

TORINO - Cairo non è Eracle, di conseguenza gliene basterebbero 7 di fatiche: neanche 12. E nessuna dal sapore leggendario. Tutte molto terrene, a fronte della statura imprenditoriale e del punto di partenza. Materia affrontabile bene (cioè di petto) fin da subito, mettendo in moto un ingranaggio poi da oliare e accrescere strada facendo. Questione di volontà, innanzi tutto. Oggi, manco a dirlo, si giocherà Atalanta-Toro: il magnete di una progettata conferma in Champions contro il misero steccato di un’altra salvezza tribolatissima da arpionare anche pregando gli dei dell’Olimpo, tanto per restare alla mitologia. Ma Eracle era un semidio, Cairo invece è un semipresidente. Adesso (o meglio: da mesi e mesi) è visibile questa pericolosissima e amarissima crepa nel contratto di Belotti. E lui sì che in campo mostra spesso qualcosa di eroico, anche se parrebbe soltanto un pennuto: un Gallo. La scadenza in essere (giugno 2022) non lascia scampo: e man mano che il tempo passa, la ferita si allarga e la frattura tende a dilatarsi. I tifosi si mangiano il fegato e pure il pacchetto patrimoniale del Torino Fc sta finendo sempre più sotto attacco.

Le premesse

Il Torino cairota assomiglia a un personaggio sbagliato, condannato sin dalla nascita: ma per la miopia e l’inadeguatezza dei genitori, non per divine, maledette imposizioni. Ha in sostanza appena detto Cairo, sull’ipotetico rinnovo contrattuale di Belotti: "Da parte nostra c’è la volontà di formulare proposte vantaggiose e prolungare il legame. Il rapporto è buonissimo. L’importante è che lui sia convinto. Noi, comunque, faremo il nostro dal punto di vista economico". L’importante è che Belotti sia convinto, cioè motivato, desideroso di mettersi a tavolino a trattare e infine di firmare un nuovo papiro: e felice anche di restare, giacché nel calcio molti contratti si rinnovano apposta a vantaggio delle due parti, ma solo per produrre una cessione più remunerativa. [...]

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