Torino, per la Lega gioca la Primavera

Così le norme. Ma Cairo può aprire un contenzioso appellandosi al caso Juve-Napoli: pressioni crescenti e altri duelli con Lotito
Torino, per la Lega gioca la Primavera© LAPRESSE

di Marco Bonetto

TORINO - L’eterno ritorno dei déjà-vu. Cairo e Lotito, sempre loro: e sempre contro, anche già pensando alla partita in programma per martedì a Roma. Da vedere se e come il protocollo cambierà, oggi, riducendo o al contrario allungando lo “stallo” per i negativi: dipenderà appunto dall’esito dei tamponi. Che verranno ripetuti a 48 ore di distanza, dunque domani sera. Cosa succederebbe se l’Asl bloccasse il Torino per più giorni anche nella prossima settimana? Molto semplice, lo si è già chiaramente percepito in crescendo in queste ultime giornate all’insegna del Covid: verrebbe fuori un nuovo scontro con in mezzo la Lega di Serie A e in ballo il club granata (incline al rinvio, per ragioni oggettive) e la Lazio (che punta invece a giocare, altrettanto ovviamente). E con Lotito, tra l’altro, consigliere federale della Lega stessa.

La Primavera

La normativa sportiva adeguata al Covid “normale” non prescrive che, anche in caso di blocco da parte dell’Asl di tutta la prima squadra, una partita venga rinviata per forza. A costo, per il club coinvolto, di dover mandare in campo la Primavera. E, a meno di sorprese, che cosa deciderà ora proprio la Lega per prudenza normativa? Oggi sarà rinviata anche la gara di lunedì dei ragazzi di Cottafava, Bologna-Torino (campionato Primavera): così Nicola potrà attingere dal serbatoio dei ragazzi, per far fronte alle lacune. Oppure, nel caso più malaugurato, il Torino potrà, volendo, mandare l’intera Primavera a Roma al posto della prima squadra, se bloccata dall’Asl. Però già trapela cosa farebbe a quel punto Cairo: si opporrebbe, a costo di dover rivendicare nei vari tribunali sportivi anche il precedente del caso Napoli (ricorso vinto e sconfitta a tavolino cancellata dopo la mancata presenza contro la Juve, post blocco dell’Asl). Tra pressioni ai vertici, telefonate “pesanti”, scontri striscianti e contenziosi dietro l’angolo, Lazio e Torino stanno già giocando non la loro partita, ma le loro partite.

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