Bassetti: “Toro frenato per un mese. Vacciniamo tutti i calciatori”

Intervista esclusiva al direttore del reparto malattie infettive all’Ospedale San Martino di Genova e grande tifoso genoano: “Ci vorrà del tempo prima che i granata tornino in forma"
Bassetti: “Toro frenato per un mese. Vacciniamo tutti i calciatori”© ANSA

Matteo Bassetti, direttore del reparto Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova, ormai da oltre un anno è impegnato attivamente nell’estenuante battaglia contro il Covid-19. Una battaglia che sembra non finire mai e che ogni giorno si porta via ancora troppe vite. Ma il luminare genovese è anche un appassionato di calcio, tifa Genoa, e segue con grande interesse le vicende della sua squadra oltre che quella di un campionato che deve fare i conti con questa maledetta pestilenza «La situazione migliorerà soltanto quando la stragrande maggioranza della popolazione sarà vaccinata. Purtroppo siamo indietro, troppo indietro, nella somministrazione capillare dei sieri ma spero che nelle prossime settimane ci sia un recupero importante su questo fronte. Dobbiamo assolutamente correre e recuperare il tempo perso. La salute della gente e l’economia sono valori assoluti e non possiamo permetterci altre dilazioni».

Professore, adesso a preoccupare sono le varianti. In Italia e non solo a preoccupare è soprattutto quella inglese.
«Ma l’evoluzione è un fenomeno fisiologico, tipico dei virus. Basti pensare che un virus cambia già nel solo passaggio da una persona all’altra. Questa terza ondata assomiglia alla prima con la differenza che il contagio sembra interessare prevalentemente una fascia di popolazione più giovane rispetto alla passata primavera. La variante inglese, la protagonista di adesso, non sembra incidere particolarmente sulla mortalità ma è molto più contagiosa. Il virus evolve, abbiamo detto, ma può farlo ancora in qualcosa di più aggressivo ma magari anche in qualcosa di molto meno preoccupante. Ogni variante, d’altronde, ha le sue caratteristiche specifiche. Ma ripeto e ribadisco fino alla noia: la chiave di volta per risolvere questa situazione è e resta la vaccinazione di massa».

Il calcio è tornato a soffrire, ora è il turno della variante “granata” che sta complicando la vita sportiva del Torino.
«Nel calcio, dopo il caso Genoa e alcuni focolai che hanno interessato soprattutto Parma e Napoli, e sporadicamente giocatori singoli di altre formazioni, c’è stato un momento di stasi. Adesso leggo che si è ripresentato un cluster al Toro e spero che lo storico club granata possa risolverlo in fretta. Difficile capire il motivo di questo contagio».

Che conseguenze si possono ipotizzare per chi ha contratto il virus al Torino?
«Direi che i problemi saranno più di ordine sportivo-atletico che sotto l’aspetto sanitario. Perché i calciatori sono ragazzi allenati, fisicamente integri, controllati costantemente dai loro dottori, basti pensare ai tamponi a cui sono sottoposti ogni tre giorni secondo i vari protocolli, e quindi, salvo eccezioni, il decorso della malattia è solitamente breve e leggero. Anche perché su di loro si agisce precocemente e in maniera non grave. Semmai è l’aspetto atletico e agonistico che rischia di essere temporaneamente compromesso».

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