Torino, i quattro fantasmi di Nicola

La salvezza, poi garanzie. I predecessori insegnano. Mihajlovic, Mazzarri, Longo e Giampaolo allontanati nonostante le rassicurazioni date da Cairo. L’attuale tecnico, per continuare, si augura un progetto ambizioso
Torino, i quattro fantasmi di Nicola© Marco Canoniero

TORINO - La storia insegna, e Davide Nicola è da un numero sufficiente di anni nel mondo del calcio per non fare tesoro dell’esperienza che lascia in dote. Soltanto per rinverdire il recente passato, l’attuale tecnico granata al Toro è stato preceduto da quattro colleghi che, sotto varie forme, sono rimasti scottati, da Cairo. Si prenda Mihajlovic, esonerato dopo un derby di Coppa Italia perso pur forte, fino a pochi giorni prima, della fiducia del presidente (e dell’allora ds Petrachi). Dopo il tecnico serbo sulla panchina granata è arrivato Mazzarri, abbandonato a se stesso nel momento peggiore, passato dalle 7 sberle prese dall’Atalanta e culminato nel poker subito a Lecce costato il posto al tecnico toscano. Per risollevare le doti della squadra, al posto di Mazzarri è stato chiamato l’ex tecnico della Primavera granata Longo. Al quale, nonostante la salvezza acquisita, è stato dato il ben servito. E si arriva al predecessore di Nicola, a quel Giampaolo chiamato per inaugurare un nuovo ciclo mai partorito. In parte l’allenatore abruzzese è stato accontentato, sul mercato, ma non attraverso il reperimento dell’uomo chiave della sua proposta di gioco: il regista, a Torino, non è mai arrivato. E nei fatti manca dai tempi di Vives, non potendo intendersi Mandragora, che resta un acquisto azzeccato (ma a gennaio, con Giampaolo già esonerato), un regista puro. Giampaolo che ha finito per pagare i vincoli imposti da Cairo al ds Vagnati in sede di mercato, ricevendo la lettera di licenziamento dopo lo 0-0 interno contro la Spezia.

La prima scelta arriverà dal presidente

Tutte situazioni che Nicola ha ben chiare in mente, e che avranno un peso sulle sue decisioni future. Ma la prima scelta, l’offerta al prolungamento del rapporto, arriverà dal presidente. Nel contratto sottoscritto tra le parti è innanzitutto indicato il rinnovo automatico a fronte del conseguimento, da parte del Toro guidato dall’ex terzino, della salvezza con una media da 1,5 punti a partita. Pur non raggiungendo tale obiettivo Cairo, in caso di mantenimento della categoria, potrebbe comunque decidere di proseguire con Nicola. Il quale ha un occhio di riguardo nei confronti della squadra di cui è pure tifoso: ciò non vuol dire che firmerebbe a prescindere, anzi. In un certo senso veste quasi panni da garante della tifoseria, stimolando la proprietà a procedere con un autentico rilancio del club. Una situazione non molto dissimile da quella vissuta da Belotti. Il capitano ha a cuore il Toro e a Torino si trova a meraviglia, però potrà magari rinnovare a fronte di un Cairo deciso a investire. Una firma che già non è semplice da ottenere, viste le legittime ambizioni di giocare in Europa nutrite dal centravanti della Nazionale, ma che è da escludere possa arrivare senza un vero piano di rafforzamento della squadra, nonché e a maggior ragione se l’esito di questo campionato dovesse relegare i granata in Serie B.

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