Torino-Juve, le pagelle dei granata: Sirigu, due parate da fenomeno

Mandragora eccelle, Rincon gladiatore, Ansaldi imperioso, Verdi è vivo. Quante botte per Belotti. Male Vojvoda
Torino-Juve, le pagelle dei granata: Sirigu, due parate da fenomeno© LAPRESSE

TORINO - Ecco le pagelle del Torino dopo il pareggio per 2-2 contro la Juventus.

SIRIGU 8

Chiesa lo trafora presto, ma il colpo di trapano è secco e da distanza ravvicinata: sarebbe sbagliato addossargli responsabilità, così come sul flipper del 2 a 2. In compenso il sardo non è più stato sordo alle campane che suonano i miracoli, o anche solo le parate non facili. Respinta lampo su Morata, da due passi, e su un diagonale già di Chiesa, nei primi 5’. Ben reattivo, d’istinto, anche nel finale di primo tempo su una violenta testata dello spagnolo. Prodigio su un’inzuccata di CR7 all’8’ della ripresa. E applausometro a palla su un missile di Bentancur a 7’ dalla fine, spuntato tra le gambe, fors’anche deviato, ma dal Salvatoro redivivo rideviato sul palo. Al confronto, la parata successiva ancora su un colpo di testa di Ronaldo è acqua fresca. La platea granata urla: bene, bravo, bis.

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IZZO 5.5

Nei primi 15 minuti balla di brutto come sul Titanic: tra lui e Vojvoda s’incuneano Chiesa e Morata come ciliegie, via uno l’altro (e una volta pure CR7, per vedere il gusto che fa). Poi pian piano comincia a prendere le misure con marcature più attente e tempismi migliori nell’anticipo e nei tackle (e nel gioco aereo). Cresce globalmente, sin quasi a livelli consoni.

BREMER 6.5

Il suo non è uno stile, il brasiliano non è un artista, ma l’efficacia difensiva in tutte le forme e a ogni altezza (terra o aria che sia) si specchia in una lode, tranne imperfezioni inevitabili. Tanto più operando da centrale della difesa a 3: stavolta toccava a lui comandare i compagni. Non gli si faccia troppo una colpa quel piedino dimenticato che ha tenuto in gioco Ronaldo.

BUONGIORNO 6.5

Il baby quest’anno è un grande baby. Ma l’avevamo già capito subito a Napoli ancora con Giampaolo, tanto per intenderci. Avrà di sicuro altre chance: più che nei mesi scorsi. Non perfetto nel francobollo continuo di Ronaldo e/o Morata, ma sicuramente pulito, attento, palluto, decisivo spesso (e deciso). Gran personalità e continuità. Meglio di sicuro di Lyanco pensando appunto all’ultimo Lyanco, buon difensore con però un blackout sempre da scontare, prima o poi.

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VOJVODA 5

Che fatica e che voragini dalle sue parti, in specie nel primo quarto d’ora. Chiesa e Morata lo fanno andare in tilt con i loro movimenti e interscambi: gol compreso. Si riprende gradualmente, ma sempre tra buchi tattici che ogni tanto si aprono come un fiume carsico. Anche quando davanti a lui compare Bernardeschi, guardacaso autore del cross del 2 a 2. Insomma: volenteroso, per carità, ma sempre troppo, troppo leggerino. Suo, comunque, il traversone al bacio per Sanabria, quasi-gol al 90’.

RINCON 6.5

Gladiatore, coraggioso, lucido, multiforme ora da mediano frangiflutti ora da mezzala avanzata. Tira addosso ad Alex Sandro un gol fatto nel primo tempo: matematico, ieri notte se lo sarà sognato. Ma si svegli con i complimenti, stamane. Lukic (21’ st) 6 Equilibrio tattico e compito assolto, quando il venezuelano viene tolto per stanchezza. Con una sventagliata finale in contropiede: progressione, tiro, parata.

MANDRAGORA 7

Eccelle, si staglia in entrambe le fasi, è regista e metronomo, rompi-gioco altrui e pure chirurgo: vedi la botta che obbliga Szcesny a una parataccia, foriera dell’1 a 1 di Sanabria. E a momenti segnava prima, con un altro diagonale sibilante.

VERDI 6.5

Vivo, e qua e là anche vivace. Occupa una posizione intermedia tra la mediana e la linea d’attacco, sul centrosinistra, facendo oscillare il Toro tra il 3-5-2 e il 3-4-1-2. Sbaglia meno del solito, combatte pure, ci prova. E all’improvviso si diverte a bersi un campo intero in fuga, post dribbling in pallonetto su Bentancur al limite dell’area granata: a momenti crea un contropiede magico, non finalizzato da Sanabria. Baselli (42’ st) ng Punizione al 94’: verso l’incrocio. Ma Szczesny vola e Daniele comprende così in un secondo la differenza tra la storia delle grandi vittorie e la solita storia degli ultimi derby.

ANSALDI 7

Non soltanto annulla Kulusevski (e pure Chiesa, quando viene spostato da Pirlo). Arma anche discese ficcanti, con traversoni allegati. Sbaglia solo un intervento in marcatura su Cuadrado. Imperioso, anche. Roccioso e lucido. Bravo, sì.

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SANABRIA 8

Doppietta e 4 pere (più il picciuolo di un assist) buttate dentro in 5 partite: i suoi rami continuano a portare frutti. Il fiuto e la tempestività sulla maldestra respinta di Szczesny, di testa in anticipo su Alex Sandro, sono un marchio di fabbrica. Come sul pasticciaccio di Kulusevski a inizio ripresa. E poi quel colpo di testa stile derby Anni 70 al 90’. Tre perle nella collana dell’utilità tattica, palla al piede o non, per quasi tutta la gara.

BELOTTI 6.5

Per un po’, piazzando improvvise progressioni, fa soffrire parecchio De Ligt, che sulle spalle, come un picchio della coscienza, ha presto quel fallo da rigore non fischiato. Nella cronaca non incide in senso stretto: ma il suo apporto è comunque evidente per il peso che dà in avanti e l’apertura degli spazi. Esce per manifesta stanchezza dopo un sacco di botte prese. Zaza (27’ st) 6 Entra nel momento peggiore del Toro, schiacciato dietro sul 2 a 1, e ha poche palle da vedere da vicino. Ma crediamo vada premiato con la sufficienza per i numerosi tentativi: con impegno, anche quando deve per forza correre a vuoto.

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ALL. NICOLA 7

Toro lucido. E con le palle. Personalità chiara: nella reazione dopo lo 0 a 1 e pure negli ultimi minuti, alla ricerca del 3 a 2. Il gioco ha una chiara matrice, le occasioni arrivano non per caso. La tenuta equilibrata e la versatilità tattica sono lo sbocco del lavoro al Fila. Anche sulle teste: non abbiamo visto ginocchia molli, ballerine, nemmeno nel momento di massimo sforzo bianconero. E’ andato a un passo dal trionfo. Restano chiari almeno i meriti.

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TORINO - Ecco le pagelle del Torino dopo il pareggio per 2-2 contro la Juventus.

SIRIGU 8

Chiesa lo trafora presto, ma il colpo di trapano è secco e da distanza ravvicinata: sarebbe sbagliato addossargli responsabilità, così come sul flipper del 2 a 2. In compenso il sardo non è più stato sordo alle campane che suonano i miracoli, o anche solo le parate non facili. Respinta lampo su Morata, da due passi, e su un diagonale già di Chiesa, nei primi 5’. Ben reattivo, d’istinto, anche nel finale di primo tempo su una violenta testata dello spagnolo. Prodigio su un’inzuccata di CR7 all’8’ della ripresa. E applausometro a palla su un missile di Bentancur a 7’ dalla fine, spuntato tra le gambe, fors’anche deviato, ma dal Salvatoro redivivo rideviato sul palo. Al confronto, la parata successiva ancora su un colpo di testa di Ronaldo è acqua fresca. La platea granata urla: bene, bravo, bis.

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