Torino, Nicola conquista Cairo: rinnovo con la salvezza

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Torino, Nicola conquista Cairo: rinnovo con la salvezza© www.imagephotoagency.it

Siamo andati a ristudiarci le dichiarazioni di Nicola dopo il derby. Secondo noi la frase più bella è questa: «Non ho avuto bisogno di caricare i miei, ora ci credono da soli senza guardare gli altri». Gli altri, cioè gli avversari: sia quanti si piazzano davanti ai loro occhi partita dopo partita, sia chi in classifica precede il Toro, sia chi lo insegue. Ma c’è anche un’altra dichiarazione che ci ha fatto pensare, subito. Riassumiamo: «Non è tanto questione di essere un buon motivatore, non c’entra solo questo. Anzi, non è nemmeno l’aspetto più importante. Se adesso abbiamo una nostra identità di gioco, se siamo ridiventati un gruppo, se marciamo coesi verso un obiettivo, se ci crediamo ciecamente, se insomma abbiamo compiuto così tanti progressi è in primo luogo perché il lavoro tecnico-tattico che stiamo portando avanti assieme al Filadelfia ci dà forza e ci garantisce solide basi». Su cui appoggiare i risultati da conseguire. L’equilibrio mentale, innanzi tutto: determinante sia per iniziare a dar battaglia sul prato con la fiducia nel cuore, sia per reggere anche le pressioni di uno svantaggio strada facendo (vedi le 5 rimonte già battezzate con Nicola, considerando anche il derby, con in vetrina pure quella incredibile di Bergamo e la vittoria ancor più pazzesca col Sassuolo).

Equilibrio mentale e tattico

E quell’equilibrio mentale si sposa con un equilibrio tattico, uno fa da contrafforte all’altro: la ritrovata solidità di squadra nel saper stare in campo. Tutto ciò si porta appresso una preziosa versatilità: tra il 3-5-2 e il 3-4-1-2, ma anche fra il 4-3- 3 e il 4-4-2, a seconda degli interpreti a gara in corso e delle esigenze man mano dettate dall’incontro. Questa rivoluzione ha già originato un decollo della media punti e una riduzione delle reti incassate, ovvero la trasformazione di una fetta di gruviera in un piedistallo, pur ancora da rinforzare con continue gettate di cemento. Ci ricorda il nostro statistico Massimo Fiandrino che con Giampaolo (13 punti in 18 gare) la media punti a partita era solo di 0,72. Con Nicola (11 punti in 10 gare) si è invece alzata su livelli salvifici a quota 1,1. Nicola è benvoluto da tutto lo spogliatoio. Ha saputo incunearsi nelle teste dei giocatori fin dal suo arrivo con indicazioni pratiche vincenti (giacché prima di tutto convincenti sul prato nel lavoro quotidiano al Fila) e con discorsi coerenti carichi di buon senso: partendo dalla necessità di trasformare al più presto uno spogliatoio scollegato e oppresso dalla sfiducia (e pure da qualche divisione) in un «gruppo ricompattato e ricco di energia positiva» (Rincon dixit, nella sua intervista a Tuttosport pre-derby).

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