Tuttosport per il Toro

Tuttosport per il Toro

La grandezza dei tifosi del Toro risiede anche nel loro straordinario culto della memoria granata. Che non è uno sterile esercizio passatista, semmai, un esercizio di autentica passione, come per obbedire a ciò che ha scritto Octavio Paz, meraviglioso poeta e scrittore messicano, Nobel per la letteratura nel ‘90: «La memoria non è ciò che ricordiamo, ma ciò che ci ricorda. La memoria è un presente che non finisce mai di passare». Qui affonda le sue radici l’avventura della Coppa Italia del ‘43 che stamane torna idealmente a casa, nel Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata ospitato a Villa Claretta in Grugliasco, Torino. Conquistato settantotto anni fa dalla prima squadra italiana capace di centrare l’accoppiata con lo scudetto, il trofeo tricolore era sparito nel ‘71, è ricomparso nel 2002 all’asta di Christie’s, oggi brilla nella Teca della Gloria, grazie al prestito gratuito biennale, rinnovabile di anno in anno con il tacito consenso dei proprietari, Cinzia e Simone Cimminelli, la cui sensibilità deve essere apprezzata e sottolineata. Così come l’azione di Domenico Beccaria, di Giampaolo Muliari, dei tifosi della memoria Storica Granata, dell’avvocato Davide Pollano; di Marco Mazzilli che ha realizzato la Teca alta due metri e mezzo e larga un metro e quaranta centimetri; dono di Massimo Nalli, presidente di Suzuki Italia e di Tuttosport.

Ecco, Tuttosport, indissolubilmente legato alla storia granata e orgogliosamente punto di riferimento per il mondo granata. Il 4 maggio 1949, a Superga, sull’aereo del Grande Torino, c’era Renato Casalbore, nostro fondatore e primo direttore. Così, il 26 maggio dell’anno scorso, il pensiero corre subito a Casalbore a agli Invincibili quando Marco Bonetto si presenta in redazione dicendomi: «Direttore, hai presente la Coppa del Toro che non c’era più? Trovata! E’ in una cassaforte a Torino». In questi dieci mesi, Bonetto è stato un vero martello, è saltato addosso alla notizia e non l’ha più mollata, ha dimostrato che cosa voglia dire fare il giornalista, al tempo dei somari che infestano le tastiere, convinti che l’anacoluto sia un centrocampista portoghese e l’allitterazione una variante del 4-4-2. Bonetto ha letteralmente inseguito la Coppa fra Torino e Londra, l’ha cercata e l’ha trovata. Bonetto ha agito nel nome di Tuttosport, per il Toro e per suo padre, l’indimenticabile, granatissimo Gian Carlo, ex presidente del Circolo Soci del Torino e del Collegio dei Fondatori della Fondazione Filadelfia, scomparso il 28 gennaio scorso. Caro Toro, ricordi il titolo in prima pagina su Tuttosport per celebrare il tuo scudetto del ‘76? «Lassù qualcuno ti ama». Confermiamo.

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