La battaglia con la Lazio: "3-0 per il Toro? No"

Il club ci ha ragionato però non seguirà il "consiglio" del legale che ha difeso il Napoli: vi spieghiamo perché
La battaglia con la Lazio: "3-0 per il Toro? No"© /Agenzia Aldo Liverani S.a.s.

Subito, cioè fin da ieri, molto opportunamente il collega Andrea Pavan scriveva su queste colonne che «al Torino non intendono lanciarsi in rivendicazioni potenzialmente controproducenti. Hanno letto e stanno valutando sotto ogni punto di vista le parole di Lubrano, ma di qui a dire che riterranno quello scenario una strada praticabile ne passa». Proprio così. Oggi, a distanza di altre 24 ore, siamo in grado di comunicare due aspetti nuovi. Il primo è un fatto, una notizia: il Torino non seguirà il consiglio indicato dall’avvocato Enrico Lubrano, che aveva coadiuvato Mattia Grassani nella difesa del Napoli (vincente “soltanto” in ultimo grado, al Coni) in merito alla partita saltata con la Juventus e recuperata mercoledì scorso. Il secondo aspetto nuovo da riferire (dopo quel «ci sto ragionando», pronunciato venerdì pomeriggio da Urbano Cairo) è che quel consiglio dell’avvocato Lubrano (chissà perché dispensato, vien da chiedersi a questo punto) è, fino a prova contraria, giuridicamente inapplicabile, destinato a sicura sconfitta, impercorribile. È della materia, insomma, dei castelli di carta. Non sta in piedi al primo refolo di vento, crolla immediatamente alla prima verifica realistica, normativa alla mano. Certo, il tifoso granata può comprensibilmente chiedere, persino urlando di rabbia: ma se la Lazio è stata punita dal Tribunale federale nazionale (squalifiche per Lotito e per i due medici biancocelesti, più ammende) per non aver rispettato in ogni sua forma il protocollo anti-Covid con riferimento anche al caso Immobile, “nonostante tutto” schierato nella ripresa contro il Toro nella partita di andata a novembre e autore di un gol nel 4 a 3 finale per la squadra di Inzaghi, non sarebbe giusto, fin doveroso, annullare quel risultato trasformandolo in una vittoria granata a tavolino per 3 a 0? La giustizia ordinaria o anche solo il buon senso potrebbero rispondere di sì. Ma, piaccia o non piaccia, la giustizia sportiva dice di no. Non si potrebbe cioè trasformare quel 4 a 3 già omologato dal giudice sportivo a novembre seguendo il teorema Lubrano. Il suo consiglio, in sintesi: ci sarebbero «gli estremi per richiedere (...) il 3-0 a tavolino in favore del Torino», in quanto «tutte le decisioni adottate dagli organi di giustizia sportiva, inappellabili o divenute irrevocabili, possono essere impugnate per revocazione innanzi alla Corte federale di Appello, entro 30 giorni dalla scoperta del fatto o dal rinvenimento dei documenti se sia stato omesso l’esame di un fatto decisivo che non si è potuto conoscere nel precedente procedimento, oppure siano sopravvenuti (...) fatti nuovi la cui conoscenza avrebbe comportato una diversa pronuncia».

ANDIAMO IN CRESCENDO Andiamo in crescendo: udiremo Gioachino Rossini soltanto alla fine. Primo punto: la revocazione è uno strumento di carattere eccezionale e per istruire un processo del genere occorre superare un requisito di ammissibilità molto complesso. E’ una barriera di cemento difficilissima da scavalcare. Non è un ricorso normale, insomma. Secondo punto: in particolare, non si ricorda un provvedimento del giudice sportivo di omologazione di un risultato impugnato con un ricorso per revocazione. E adesso il crescendo rossiniano. Terzo punto: il Tribunale federale nazionale, proprio nel recente procedimento contro la Lazio per il caso tamponi (Immobile e i suoi “fratelli”), scrisse nelle motivazioni: «Neppure (…) paiono richiamabili (...) le norme» per le quali si chiede «l’irrogazione della sanzione della perdita della gara con il punteggio di 0-3, non rientrando il caso di specie nelle situazioni e nelle tipologie di procedimento richiamate dall’art. 10 CGS e non prevedendo, il comunicato ufficiale 78/A del 1 settembre 2020, tale tipologia di sanzione». L’articolo 10 del Codice di giustizia sportiva, che enumera le ragioni che prevedono come sanzione la perdita di una gara, non contempla casi “alla Immobile” (positivo al Covid e poi negativo senza quarantena; ben diverso sarebbe se invece si parlasse di un giocatore utilizzato da squalificato o in una irregolare posizione di tesseramento). Inoltre (o meglio: oltretutto) il comunicato ufficiale 78/A (che elenca le pene in caso di mancato rispetto del protocollo anti-Covid) indica sanzioni di natura solo disciplinare, dal minimo di un’ammenda al massimo della radiazione di un club. Non prevede che si possa infliggere la perdita di una partita. Il Tribunale federale nazionale che ha appena giudicato la Lazio, insomma, ha già chiarito in punto di diritto, senza se e senza ma, il perché e il percome non si possa nemmeno immaginare di infliggere ai biancocelesti una sconfitta a tavolino.

IL COLPO DI GRANCASSA FINALE Ma volete anche il quarto punto, la grancassa finale? La sentenza relativa al caso Immobile non è definitiva, siamo al 1° grado di giudizio e la Lazio (condannata) ha già annunciato che la impugnerà fino al 3° e ultimo grado, se necessario (Collegio di garanzia del Coni, con sentenza tra giugno e luglio). Un atto “alla Lubrano” sarebbe a priori dichiarato inammissibile per il banalissimo motivo che un ricorso per revocazione dell’omologazione di un risultato può essere discusso solo dopo una sentenza definitiva (e quella di marzo è ancora ripetutamente modificabile o addirittura ribaltabile nei prossimi 2 gradi di giudizio). Piaccia o non piaccia, è così. Rabbia granata sì, ma zero illusioni.

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