Fuser esclusivo: "Toro, Belotti deve restare!"

L'intervista all'ex granata: "È troppo importante, spero che Cairo confermi anche Nicola"
Fuser esclusivo: "Toro, Belotti deve restare!"

TORINO - Cresciuto nel settore giovanile del Toro e vincente - nel calcio dei grandi - con le maglie di Milan, Parma e Lazio, quella di Diego Fuser è una storia che parte dalle strade di Venaria, a due passi da Torino, per arrivare al calcio che conta. Prodotto di un vivaio granata che, a cavallo tra la fine degli Anni 80 e l'inizio dei 90, aveva un prestigio troppo grande e troppo lontano dalla triste realtà odierna in cui la Primavera rischia la retrocessione. Cresciuto al Filadelfia, con i dettami di una delle migliori scuole di calcio a livello italiano ma non solo, ma anche con l'aria magica che si respirava nella culla del Grande Torino. E con i valori che hanno allevato generazioni di granata, e che i ragazzi di oggi non riescono a comprendere appieno. Quella fra Torino e Parma, quindi, non può che essere la partita di Fuser: doppio ex, apprezzato all'ombra della Mole come in Emilia. L'ex centrocampista ha raccontato a Tuttosport le sue sensazioni in vista della sfida di lunedì sera all'Olimpico Grande Torino.

Diego Fuser, lunedì la sfida fra le sue due ex squadre: si aspettava un campionato del genere da parte di entrambe?

«Sinceramente no, o comunque non in queste posizioni di classifica. Il Parma forse è già spacciato, ma il Toro ha ancora speranze. Per entrambe è stata un’annata in cui è girato tutto storto, ma soprattutto il Toro ha giocatori forti e valori di rosa importanti: speriamo che almeno per i granata l’annata possa finire bene».

Sei partite da qui alla fine del campionato, considerando anche il recupero con la Lazio: bisogna crederci.

«Certo. Devono farlo prima di tutto i calciatori, l’allenatore e la società. Guardando il calendario, il Toro avrà due partite difficili sulla carta contro Milan (il 12 maggio, ndr) e Lazio (il 18, ndr), e le altre tutte alla portata. Belotti e compagni sono stati capaci di vincere contro la Roma, e possono ripetersi in altre sfide. Servirà tirare fuori la grinta».

Per lei che è nato a Venaria, cosa è significato entrare nel settore giovanile del Toro, a due passi da casa?

«Far parte del vivaio del Torino era il sogno mio, ma anche di tanti miei coetanei. In quegli anni il settore giovanile granata era di altissimo livello. Da ragazzino non senti tante responsabilità, ma sai che varcando il cancello del Fila entri in un luogo magico, in cui ha giocato il Grande Torino. C’è una storia dietro, e anche solo allenarsi in quel campo era affascinante».

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