Torino, cedere Verdi è un problema

Venerdlo con una minusvalenza è fuori discussione, ma non ci sono offerte: ipotesi prestito?
Verdi© Marco Canoniero

TORINO - Il mazzo di carte che Davide Vagnati mischia e rimischia tra le mani è di quelli abbondanti. Perché il mercato estivo è soltanto all'aperitivo ed è saggio tenere aperte più porte possibili. E perché potrebbero essere diversi gli slot da andare a colmare, nelle prossime settimane, sul fronte offensivo. A prescindere dall'epilogo della vicenda legata ad Andrea Belotti, a prescindere anche dalla direzione che prenderà la pista che porta alla suggestione Junior Messias. In attacco, d'altronde, Federico Bonazzoli ha già fatto ritorno alla Sampdoria. E il solo Antonio Sanabria, ad oggi, rappresenta quella certezza da cui ripartire per costruire il Torino di domani: Simone Verdi e Simone Zaza potrebbero infatti essere sacrificati, non per forza tra i rimpianti, sull'altare del mercato.

Zero offerte

Dipenderà dalle offerte eventualmente ricevute, prima ancora che da valutazioni strettamente tecnico-tattiche. E qui il discorso è profondamente differente tra i due. Se l'attaccante lucano è stato prelevato dal Valencia per 12 milioni nel 2019 ed ora “pesa” a bilancio per circa 6 milioni, il fantasista – riscattato dal Napoli a 22 milioni la scorsa estate, dopo una prima stagione in prestito – grava invece a livello finanziario per oltre il doppio. E dunque una sua cessione senza generare una minusvalenza, a maggior ragione dopo una lunga serie di prestazioni che non hanno certo rubato l'occhio, è ipotesi pressoché da escludere. Anche per questo, allora, potrebbe invece prendere piede l'idea di un trasferimento in prestito, magari last minute, in una piazza che possa ringalluzzire il ragazzo e rigonfiarne la valutazione.

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