Toro, da oggi c'è la legge di Juric: il metodo bunker

Lavoro durissimo. Non corri? A casa! Sgridate feroci, occhio anche ai cibi. Sedute atletiche intense e gioco veloce: esercizi speciali e video. La colazione insieme e la vita notturna
Torino: Juric (nuovo)© LAPRESSE

TORINO - Se gli fai girare le scatole, tempo 2 secondi e ti caccia. Anche i presidenti, se necessario: dagli spogliatoi. Si può pensare: beh, è normale, nessun allenatore ama che un papavero disturbi la squadra nel prepartita o nell’intervallo. Ma non è solo così. Juric può anche non tollerare che un presidente entri nello stanzone tutto allegro, per partecipare alla festa subito dopo un ottimo risultato: anche solo un pareggio contro una big. Perché se Juric pensa che quel presidente, in quel determinato periodo, si sia comportato diciamo male (per esempio sul mercato…), glielo urla in faccia di brutto davanti ai giocatori, non soltanto in privato. (...)

Il lavoro ferreo di Juric

Intanto, in crescendo, regolato su fasi diverse per esigenze diverse, inizierà un lavoro atletico durissimo, crescente, quotidiano. Juric procede con allenamenti tiratissimi. Tra la preparazione estiva e quella durante il campionato cambia la percentuale di fatica, non il metodo. Partorisce squadre che corrono alla grande dall’inizio alla fine. Ma con questa furbizia: «Stare ora larghi ora molto corti ti permette di essere ancor più esplosivo». Grande pressing sull’avversario. E quindi grande birra in corpo. Un duro lavoro atletico in generale, mese dopo mese, e quello specifico in montagna (salita in Val Gardena il 13) sono fondamentali per far girare il pallone in velocità (vedi gli esercizi infiniti tra uno e due tocchi). Chi non corre (o non rincorre l’avversario in allenamento) viene aspramente redarguito. Se non capisce, viene spedito a casa prima del tempo. Cacciato anche lui dal campo, come un presidente qualsiasi. «Non sopporto chi si attacca agli alibi»: lo sappiamo. È dura non comportarsi da soldatini. Ma questa legge fin militaresca è anche una chiave per la formazione di gruppi compatti, molto uniti all’allenatore. (...)

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