Toro d’attacco. Sempre e comunque, alla faccia di paure e sudditanze. Come è lontana quella difesa a tre, con Mazzarri, che si trasformava sempre a cinque. Adesso è tutto diverso. Non solo nelle intenzioni, ma anche nei fatti. Negli allenamenti di Santa Cristina c’è uno spirito battagliero che non sente la sofferenza del duro lavoro. E in campo la squadra spinge molto: negli esercizi in palestra, nella corsa e nelle partitelle. Ecco il punto: non pensa a difendersi, ma a costruire. Sta sempre alta e porta su i suoi difensori che a turno partono come schegge. E qualcosa succede sempre dentro l’area avversaria. Schemi ripetuti in continuazione e seguiti con grande scrupolo da Juric e dai suoi collaboratori. Il tecnico non si perde un minuto degli allenamenti. L’altro giorno, ad esempio, al termine della prima amichevole stagionale è rimasto seduto in panchina per più di un’ora per seguire la corsa di Linetty che deve recuperare. Sul campo c’erano solo lui, il preparatore e il polacco. Tutti gli altri già in albergo.
Toro, con Juric tutto può diventare interessante: ma servono rinforzi
Ma torniamo al nuovo sistema. Lo si è visto nella prima uscita stagione contro i dilettanti, più modesti di quanto si potesse aspettare visto che partecipano al prossimo campionato d’Eccellenza, del Merano. Un 11-0 che non deve illudere, per carità, ma questa “sgambatura” non cancella il fatto che si siano viste già tante idee dell’allenatore messe in pratica. Le stesse che abbiamo constatato negli allenamenti. Il sistema è il 3-4-2-1 e prevede due trequartisti. In questo ruolo Juric ha schierato Verdi e Millico che, tra l’altro, sono pure andati bene, ma è chiaro che ci voglia (almeno) un elemento titolare di ruolo. Uno si può costruire (Verdi sembra il più adatto), due no. E se solo Cairo gli consegnasse il giocatore che serve per le prossime amichevoli, tutto diventerebbe più facile e interessante in prospettiva futura. Sarebbe un vero peccato buttare via questa possibilità, complicare il lavoro di Juric, continuare a convivere con l’attendismo sperando di risparmiare qualche euro. Perché con un sacrificio finanziario adesso, senza aspettare l’ultimo giorno di mercato, il Toro potrebbe (grazie a Juric) rafforzare la sua marcia d’avvicinamento al campionato che comincia (non dimentichiamolo) già tra un mese.
Il Toro di Juric è superoffensivo
Nel sistema superoffensivo di Juric, tutti attaccano. Non è un caso che nel tabellino dei marcatori di domenica scorsa - tanto per fare un esempio sotto gli occhi di tutti - sia comparso anche il nome di Koffi Djidji, un difensore, che successivamente ha colpito pure una traversa con una conclusione al volo da dentro l’area di rigore e non da lontano. Il centrale si trovava in quella posizione perché lo prevedono gli schermi offensivi di Ivan Juric: quando il Torino attacca, uno dei due terzi di difesa, ogni volta che ne ha la possibilità, sale in avanti con lo scopo di creare la superiorità numerica e dare minori riferimenti alla difesa avversaria.