Iago Falque ringrazia il Torino: "Io e la mia famiglia granata per sempre"

Intervista al calciatore spagnolo, appena svincolato. E ai tifosi dice: "Grazie, non mi avete mai abbandonato"
Iago Falque© LAPRESSE

Se hai la possibilità di conoscere Iago Falque Silva la prima cosa che noti è il sorriso, la buena onda, l’estrema disponibilità. Se hai il piacere di ascoltarlo la prima cosa di cui ti rendi conto è la pacatezza, la gentilezza, il non andare mai sopra le righe e no, non stiamo parlando meramente di tono di voce. Ha scelto Tuttosport, Iago Falque Silva da Vigo, Galizia, Spagna, per salutare e ringraziare quella che per 4 anni è stata casa sua, per dire arrivederci a quelli che, per 4 stagioni, sono stati i suoi tifosi. Quattro anni che lo hanno trasformato in un gallego-torinese, in un ispano-piemontese: la sua passione per la Regione, per il suo territorio e le sue eccellenze è cresciuta nel tempo, sapientemente coltivata da Mimmo Caruso che per Iago è molto più di un amico. È ai saluti granata il terzo spagnolo come numero di gol realizzati nella storia del campionato italiano, dopo José María Callejón e Luis Suárez Miramontes: 48 reti, non male per uno che, di professione, non fa la prima punta ma l’esterno offensivo.

Iago Falque: "Volevo e speravo di terminare la carriera qui"

"Mi spiace infinitamente dover andar via da Torino e, credetemi, non è un modo di dire: la città è splendida, io e la mia futura sposa Carolina abbiamo deciso di comprare casa qui in centro, siamo innamorati di Torino. La mia idea, quello che volevo e speravo, era di avere la possibilità di terminare la carriera qui, vestendo il granata. No, il fatto di aver avuto, nelle giovanili, un’esperienza nell’altra squadra di questa città non mi ha minimamente penalizzato. Nella mia carriera ho girato molte piazze, ho vestito le maglie di diversi club e, nel calcio moderno, i trasferimenti da una squadra all’altra di una stessa città non sono più merce rara come erano una volta. I tifosi del Toro mi hanno voluto bene, mi hanno incoraggiato, tifato, difeso. E continuano ancora adesso che non sono più un tesserato della loro squadra. Sono stati e sono fantastici: mi fermano per strada e continuano, ancora oggi, a dirmi “Resta, Iaguito, per favore”... Senza falsa modestia credo di aver lavorato duro per conquistarmi questo rispetto, sono convinto di essermelo meritato. Sono arrivato senza fare rumore, in punta di piedi: con il lavoro e la dedizione ho avuto tre anni ad ottimo livello, con un rendimento eccellente. E’ stato il campo a dimostrare quello che valgo, mica le parole o i proclami: io, d’altronde, sono fatto così, ai discorsi preferisco i fatti. Torino non è una piazza facile, ma i numeri che sono riuscito a collezionare in quanto a presenze, gol segnati e assist serviti non sono stati eguagliati o raggiunti da nessun altro che giochi o abbia giocato in un ruolo analogo al mio negli ultimi anni".

Iago Falque: "Le sensazioni vissute qui non le proverò mai più"

"Ai tifosi del Torino, tramite Tuttosport, vorrei dire questo: grazie per quello che mi avete dimostrato. Quando segni 32 gol in 3 campionati, che non sono pochi, è tutto bello: dovunque vai ci sono solo incitamenti “Sei il migliore”, “Sei il numero uno”, “Iago fenomeno”, “Ti amiamo”. La cosa bellissima di Torino, la cosa magica dei tifosi del Toro è che, dal mio primo giorno in città fino a ieri, mi hanno sempre sostenuto. Mi sono stati a fianco nella buona e nella cattiva sorte: nella buona è facile, ma quando le cose non girano non è da tutti sostenerti. Magari i tifosi non sapevano realmente come stavo a livello fisico, visto che sono circolate, soprattutto negli ultimi tempi, voci insolite su di me e sul mio stato di salute. Eppure i supporters granata continuano a sostenermi, non mi hanno mai lasciato solo. Mai. Non sapevano se stessi meglio di prima o peggio di prima eppure il mantra era sempre lo stesso: “Iago, per favore, rimani”, “Iaguito, dai, resta!”. E questo, credetemi, è bello, bellissimo, scalda il cuore. E no, non succede ovunque, non succede in ogni città dove si fa calcio, non capita con ogni tifoseria. Sì, quella del Toro è gente speciale. Non pensate che sia facile entrare nel cuore della gente del Torino. Non è assolutamente facile. Quando, però, riesci a conquistarli, stai pur certo che tu dal loro cuore non uscirai mai. Ed è questo quello che ho vissuto e sto vivendo, anche in queste ore, sulla mia pelle. Io e la mia famiglia, la mia futura sposa Carolina e il piccolo Liam, saremo sempre granata, questo è poco ma sicuro. Ho giocato in altre squadre, anche più prestigiose del Torino, eppure le sensazioni e le emozioni che ho vissuto all’ombra della Mole granata non le avevo mai provate e non le vivrò mai più, pochi dubbi su questo".

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