Toro, Under 23 è pure meglio. Nessun titolare ha 30 o più anni

Ben 9 su 11 ne hanno 25 o meno. Zima e Singo: la spinta della generazione Z. Una scelta per il futuro
Toro, Under 23 è pure meglio. Nessun titolare ha 30 o più anni© Marco Canoniero

TORINO - Nell’aria frizzante che si respira sponda granata, con il Toro affacciato al derby guardando la Juve occhi negli occhi - 8 i punti di entrambe - ecco aggiungere brio un dato che da numerico si fa strategico, buono per l’oggi e rivolto al futuro. Ciò consentito da un’età media che, riferendosi alla formazione che dovrebbe essere titolare, per la squadra di Juric è di appena 23,8 anni. Con allegati due millenials: Singo che ha conquistato un posto da titolare nel suo attuale club e attirato come il miele le api un interesse di mercato anche internazionale, e Zima che invece ha appena fatto incassare allo Slavia Praga 5 milioni di euro. (...)

I giovani del derby

La voglia di mantenere bassa la carta d’identita? dei granata si esprime anche nel piu? “anziano” del gruppo. Non ha 30 anni, ma 29 compiuti il 25 agosto, e se come sembra Juric gli dara? fiducia si piazzera? nel centrosinistra della difesa: gia?, il piu? “anziano” e? Rodriguez. Seguito da Linetty che avendone 26 e? comunque nel pieno della carriera, forse nemmeno ancora nella sua massima espressione. A 25 ci sono Sanabria e Lukic, favorito su Mandragora che invece ne ha 24. La stessa eta? di Bremer, giovane ma gia? leader del reparto, nonche? di Ola Aina. Altro ragazzo che a Torino ha portato quel «London Style», per dirla alla Juric, e che sulla fascia puo? sprigionare la potenza dei suoi 24 anni. Tanti quanti ne ha pure Vanja Milinkovic-Savic. Se la media della squadra favorita per giocare dall’inizio nel derby e? di 23,8 anni, quella dell’intera rosa e? intanto di 25,5. Comunque bassa.

Una scelta che va nella direzione di investimenti a crescere, ma anche dettata dalla visione di gioco proposta da Juric. Dispendiosa, tra il pressing immediato, l’aggressione nel mezzo del campo anche attraverso il raddoppio sull’uomo, il sacrificio degli esterni e via discorrendo. Un calcio per cui servono giocatori di passo, e nel pieno del vigore che consente di arrivare un decimo di secondo prima dell’avversario, sul pallone. Di suo, il tecnico croato non ha poi remora alcuna a dare fiducia a ragazzi che, ancora, non hanno mostrato tutto il proprio potenziale, ma che hanno la cattiveria agonistica per volersi migliorare. E di gente di questo tipo, giovane ma tosta, il Toro di oggi ne avrà tanti.

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