TORINO - Ancora 12 partite, 11 in campionato e una in Coppa Italia, e poi addio? Potrebbero anche diventare 13 o 14: il mercato di gennaio sarà un rosario. Belotti sì, Belotti no, Belotti forse. In attesa di scoprire l’assassino, al singolare o al plurale, si può provare a descrivere la scena del delitto. Il Gallo ha continuato a dribblare le proposte di rinnovo. «Non ha voglia di firmare, non posso obbligarlo»: Cairo. E dire che il patron gli ha pure allungato un bel biscottino. Non male gli ingredienti: 3,3 milioni netti a stagione per almeno 4 anni, volendo anche 5. E un bel gruzzolo di bonus: alcuni pure facili da raggiungere e consolidare a breve, con innalzamento del fisso sopra i 3,5 netti. E poi il il premio alla firma. Un milione secco, in più, seduta stante.
Torino, l'offerta a Belotti
Non basta un milione? Una montagna di soldi. Anche perché il Gallo non è che arrivi da chissà che stagioni, mirra e incenso, grappoli di gol e lavande per i piedi. Mica tanto, eh. Pure i Campionati europei. Per carità, vinti. Ma Cairo ci contava per l’immagine di Belotti, invece è rimasto a mani vuote. «Ora lasciamolo tranquillo, facciamogli disputare un grande Europeo»: le ultime parole famose prima dell’inizio del torneo. Che il centravanti del Torino ha vissuto praticamente da panchinaro fisso. Un gol su rigore: in semifinale, dopo i supplementari. Ma resta più nella mente l’ultimo: quello sbagliato in finale. E ora? Un golletto grazie a una deviazione fortunata contro l’Atalanta. Tre partite disputate, partendo da titolare o da panchinaro, e tre sconfitte. In mezzo, 50 giorni out. Su tutto: un silenzio ostentato, ma anche ostinato. Belotti parlerà in campo, si dice.