Belotti, Pobega, le esultanze e i gesti. Ma questo Toro merita più pubblico

Belotti, Pobega, le esultanze e i gesti. Ma questo Toro merita più pubblico© LAPRESSE

D’accordo, non sarà da questi particolari che si giudica un giocatore, ma una squadra forse sì. E un allenatore anche, ripensando alla miseria caratteriale che da troppi anni caratterizzava il Torino Fc ora tornato Toro, sul campo e nelle parole d’ambizione che il croato insiste nel rivolgere a nuora (la squadra) affinché suocera (la società) intenda. Particolari, si diceva. Gesti. Protagonista sempre e comunque Belotti, il capitano, il bomber (un po’ ex, ma lo tornerà), l’unico anello di congiunzione col granatismo negli ultimi anni, prossimo allo svincolo volontario per sfinimento da promesse disattese e obiettivi mancati, ancora amatissimo dai tifosi ma spronato con toni piuttosto ispidi dal tecnico. L’altra sera ha giocato con un ardore straordinario: efficacia e brillantezza, non solo generosità (la sua forza e il suo limite). Non ha segnato, ma: 1) dopo aver ispirato un gol da urlo a Brekalo con una gagliarda sponda di testa, quando ha visto la rete scuotersi ha piantato i piedi a terra e le braccia al cielo offrendo una sublime esultanza alla Pulici; 2) al 28’ è andato a prendere di testa un cross di Brekalo vietato ai poveri di spirito. Particolari; gesti, appunto. Ma tanta roba. Come l’applauso che Pobega ha rivolto al Gallo quando, per troppa voglia di gol, ha calciato in porta un pallone che, servito al compagno, avrebbe dato il 2-0 anticipato. Nel Toro di prima, un altro lo avrebbe mandato a stendere. No: bravo, dai, gli ha detto Pobega. Un minuto dopo, tutti assieme hanno segnato lo stesso, animando una festa collettiva che così bella e spontanea non si ricordava più. In coda a una percussione di gruppo riassuntiva del granatismo ritrovato. Un gol che già da solo avrà fatto mordere le mani a quanti, per un motivo o per l’altro, non sono andati allo stadio a godersi una roba del genere dal vivo. Cairo o non Cairo, la squadra di Juric merita ben altro pubblico. Ma non siete stufi di stare a lagnarvi sui social? Alé, Toro.

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