Toro, Juric e lo schema "dei bersaglieri" per produrre gol

In ogni partita, l'allenatore granata pretende assalti improvvisi “alla baionetta”
Toro, Juric e lo schema "dei bersaglieri" per produrre gol© LAPRESSE

TORINO - Manca soltanto la baionetta all’armamento dei giocatori di Ivan: d’altronde questo è lo schema “dei bersaglieri”. Tutti improvvisamente all’assalto di corsa con una ferocia inusitata: roba da far tremare anche i riflettori della luce in cemento, figurarsi le difese in carne e ossa. Perché quando arriva il momento è come se scoccasse una scintilla. Scatta uno e partono tutti. Ma ci sono delle regole, signore e signori. E sono anche abbastanza precise. Non pensate che nascano per caso questi crescendo offensivi lanciati dai giocatori di Juric sulla musica di Rossini. Altrimenti saremmo buoni tutti. Basterebbe gridare “all’attacco!” e il gioco sarebbe fatto: magari. La verità è un’altra. Per diventare bersaglieri occorrono mesi di allenamenti sui prati della casa, nonché di lezioni teoriche al video: nel secolo scorso si scriveva alla lavagna. Il martello didattico di Ivan è lo strumento specifico per far impazzire la maionese avversaria: anche i fili d’erba sollevano il petto, alzano gli occhi verso l’orizzonte, si induriscono come tanti soldatini di gomma e producono una spinta sotto le scarpe dei giocatori granata. Però va ridetto, bisogna seguire tre norme chiave per far drizzare le corna al Toro. Prima regola: il cervello e il fiuto. Traduzione dal libro “L’arte della guerra” secondo Ivan: «Gli aspetti che curo con più attenzione durante gli allenamenti sono la posizione in campo dei giocatori. Spiego loro cosa devono fare, i cosiddetti automatismi. Curo molto anche la posizione del corpo, sono questi particolari che poi fanno fare il salto di qualità nel corso di un’azione. Se per esempio un giocatore è di schiena all’avversario, non vede il gioco. Magari sono piccoli particolari, ma messi tutti insieme rendono efficace una manovra. La capacità di leggere il gioco è fondamentale: a certi giocatori, poi, riesce naturale. In campo riescono a sentire e percepire in anticipo le situazioni. I momenti in cui addormentare il gioco e quelli in cui scatenare un attacco improvviso, impetuoso, di massa»

La seconda regola di Juric

Seconda regola: la visione “esplosiva” del campo di battaglia. «E’ fondamentale saper muoversi anche in spazi ridotti. Sia in fase di non possesso, per far scattare subito un pressing alto collettivo, sia per sfruttare una ripartenza veloce o per armare un’azione manovrata, muovendo bene la palla da una parte all’altra del campo. Stare allo stesso modo molto larghi e molto corti permette di correre meno, però a grandi velocità: magari anche solo per pochi metri, ma più esplosivi».

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