Toro-Real Madrid 2-0: 30 anni fa. Lentini esclusivo: "La notte della vita"

Il grande Gigi rievoca la partita più bella sua e della storia moderna granata: "Due assist per due gol e due boati mai piu? sentiti. Non ci intimidiva nessuno e vincevamo: percio? ci amano ancora"
Toro-Real Madrid 2-0: 30 anni fa. Lentini esclusivo: "La notte della vita"© AG ALDO LIVERANI SAS

«Cioè, vuoi dirmi che sono passati trent’anni?».

Sì Gigi: 15 aprile 1992, Stadio delle Alpi, Torino batte Real Madrid 2-0. Lentini in versione Claudio Sala propizia entrambi i gol dello storico trionfo, lo squadrone di Mondonico va in finale di Coppa Uefa.

«Trent’anni. Dio santo. Ero il più giovane del Toro, ora ne ho 53 e sono vecchio. Fatico a crederci. E pure un po’ a ricordare. Però ogni tanto mi vengono dei flash. Tipo io che al fischio finale, su quel campo che era diventato un casino festoso quasi come quello sugli spalti, mi ritrovo il microfono di Franco Costa sotto il naso e dico: la gioia che abbiamo dentro non si può nemmeno spiegare. Era vero. E quel pubblico, mamma mia: una roba pazzesca. Mai più sentito niente del genere, boati così trascinanti. La notte più bella della mia carriera. Della mia vita».

 Ecco, proviamo a rimetterli un po’ insieme, questi flash, anche se non necessariamente in ordine. Le emozioni del resto non si possono catalogare come in un archivio.

 «Il primo che mi viene in mente? Noi nello spogliatoio nell’attesa, snervante, di scendere in campo. Sentiamo, fuori, il Delle Alpi che freme e tambureggia, strapieno. Il rumore della Maratona. Ognuno prova a gestire la tensione come meglio riesce: c’è chi si guarda le scarpe, chi fa esercizi con i muscoli facciali... Il tutto in un silenzio assoluto. A un certo punto Pasquale (Bruno, e chi se no, ndr) sente il rumore di un phon, strabuzza gli occhi ed esclama: “Ma chiccazz è che sta usando il phon mo’?”. È venuto verso i bagni e c’ero io che mi stavo aggiustando i capelli. Mi fa l’imitazione ancora adesso».

Partivate sotto 2-1: nell’andata a Madrid, il gol di Casagrande («bravo Policano, ma bella cavolata Buyo, diciamolo») era stato ribaltato da Hagi e Hierro.

«L’altra sera ho guardato Real-Chelsea, e il Bernabeu mi sembrava un salotto. Quando ci siamo andati noi era una specie d’inferno. Esagitati in tutti i settori. Intanto arriviamo col pullman e, mentre stiamo per entrare nello stadio, bum, una bottiglia piena spacca il finestrino, cadendo proprio tra me e Pasquale: non vi dico come ci siamo guardati. Poi, percorrendo il tunnel che ci porta in campo, ci ritroviamo tutti i giocatori del Real che si aggrappano alla grata separatoria e ce ne urlano di ogni: insulti, versacci, gesti intimidatori. Il fatto è che noi non ci intimidiamo. Col cavolo la intimidivi la nostra squadra, il nostro gruppo. Altrimenti, in quell’ambientino, ce ne avrebbero fatti 4 o 5 in fretta e sarebbe finita subito».

E invece. Ritorno. Stavolta la bolgia è per voi.

«Mi vengono i brividi ancora adesso. Una carica bestiale. Oggi non possiamo fallire, ci diciamo mentre ci guardiamo attorno. In quelle situazioni esce il carattere: o dai di più, o te la fai addosso».

[…]

Tornerà più un Toro Real, Lentini?

 «Guardo e seguo poco, qualche partita, come proprio Toro-Milan: granata tosti. Con Juric mi pare sia tornata una squadra che se la gioca sempre, senza paura. Ma per tornare a certi livelli bisognerebbe investire, costruire. Avere uno stadio di proprietà. Creare un centro sportivo, come Zingonia, per raggruppare tutte le giovanili. Questa cosa che la Primavera gioca a Biella, io boh: mi sembra incredibile. E poi il Filadelfia blindato ai tifosi, mah. Il Museo in periferia, ma dai: hai la storia su cui far leva, la passione della piazza: non sei un Chievo, voglio dire. Ci dovresti guadagnare perfino dei soldi, con la storia granata. Autofinanziarti. Creando qualcosa di unico, di antico, di nuovo. Di nuovo Toro».

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