Toro, le 10 richieste di Juric a Cairo: in ballo c'è il futuro granata

Ecco cosa chiede il tecnico per restare: un numero 1, due marcatori, un esterno, tre centrocampisti con Mandragora e altrettanti trequartisti. Atalanta e Genoa lo corteggiano
Torino
Raduno: 4 luglio
Ritiro: dall'11 al 22 luglio a Bad Leonfelden e dal 23 al 30 a Waldring (Austria)© ANSA

TORINO - Dieci ha detto l’altra notte, esattamente dieci: i comandamenti di Juric per il mercato. «Il numero è questo. Serviranno dieci rinforzi». Sono le sue tavole della legge, dieci garanzie, dieci cartine di tornasole. Dieci modi per mettere alla prova Cairo. Lo scorso agosto Juric si era scottato non solo le dita delle mani, ma anche dei piedi. Non il naso, però: perché non appena aveva annusato il sempre più incombente rischio di una fregatura («Non erano questi i patti»), aveva alzato la voce pure pubblicamente per dare una scossa e pretendere una buona volta i rinforzi necessari. A Ivan basta e avanza quel ricordo bruciante. Un’altra estate così non la vuole sopportare: per carità.
«Con Vagnati parlo tutti i giorni, creiamo idee, poi lunedì ci vedremo anche con Cairo»: domani. «Se si è al Toro, dopo un anno così bello di rinascita dovremo cercare di far meglio per forza. Mi prendo le mie responsabilità: qui c’è l’ossessione di tornare in Europa, la gente lo chiede ed è giusto. Ma è difficile, in questi anni solo l’Atalanta è riuscita a infilarsi tra le big. Io ci vorrei provare. Però serviranno dieci rinforzi. Vedremo cosa deciderà la società, come la pensa Cairo»: appunto.

Patti chiari

Dodici mesi or sono, Juric firmò un triennale da due milioni netti a stagione con patti chiari, in partenza. Un primo anno di resurrezione, dopo due stagioni con negli occhi l’incubo della B. Un secondo anno necessario per alzare l’asticella, così da cominciare a mettere nel mirino l’obiettivo europeo. Infine, un terzo anno con lo sguardo decisamente rivolto verso l’alto, in modo da dare un consolidato senso a un ciclo disegnato in crescendo. Una rosa logica e attrezzata ha strumenti e armi: e ombrelli quando piove. Una squadra raffazzonata in extremis possiede invece un cero da accendere in chiesa.
All’incontro di domani Juric vuole arrivare con in tasca la risposta definitiva di Belotti. E questo è il primo punto. Poi, è chiaro, siamo solo a maggio, non bisogna leggere in modo manicheo o troppo categorico quel numero, quel dieci. Ma averlo sbattuto sul tavolo resta un segnale potente: di chi sa anche di rappresentare da... garante un’intera tifoseria che lo osanna. E come si arriva a quel dieci? Punto primo, il portiere titolare. Milinkovic-Savic sarà messo sul mercato e Juric vede Berisha come un affidabile vice. E glissiamo sui dubbi strategici legati al terzo portiere, il promettente Gemello o un altro giovane che sia. Difesa: via Bremer, «servirà un rinforzo forte» e pure una sua riserva. Izzo potrebbe anche rimanere, gli altri marcatori per forza. Fasce: Ansaldi in scadenza saluta, Aina è un altro che può pure venir confermato da riserva (via solo in caso di offerte degne di una plusvalenza), mentre per Ivan rappresentano due punti fermi Singo e Vojvoda. Centrocampo: via Pobega (Milan), via Linetty (Samp, molto probabilmente), in bilico il diritto di riscatto di Mandragora (la Juventus concederà uno sconto utile a Cairo per acquistarlo?). Trequarti: out Brekalo, in fase di riconsegna ai bianconeri Pjaca, quindi due punti di domanda. Uno è ovviamente Praet, un pallino di Juric per le sue qualità tecnico-tattiche: però il Leicester lo concederà per un altro anno in prestito? L’altro, ben diverso come interrogativo, riguarda invece il grezzo Seck, con potenzialità da far maturare: ma nel Toro o altrove? E, tutto questo, immaginando che Belotti accetti di rimanere. Altrimenti chi al suo posto? Con Sanabria e il giovane Pellegri (altro pallino di Ivan) riserve d’ordinanza: quest’ultimo, però, oggetto pure lui di un riscatto da trattare (Monaco). Ecco come si arriva a dieci, ma volendo anche a undici o dodici, se dovesse mai materializzarsi una tempesta perfetta.

Il futuro di Juric

Ed ecco, allora, pure il margine di oscillazione tra una permanenza logica (Juric vuole, vorrebbe restare: non c’è il minimo dubbio) e il pericolo di nuovi scontri, di ripetuti litigi e di una rottura clamorosa. L’Atalanta del futuro ds D’Amico («un amico fraterno», per Ivan) è alla finestra tra gli “spettatori attivi” più interessati, con Gasperini in forse nonostante il contratto lungo: il Genoa lo corteggia in crescendo. Attenzione, dunque. Ma più che a Juric o a D’Amico o chi volete voi, tocca a Cairo, ora: potrà incastrare Ivan sempre più e meglio nel cuore del Fila, se limerà in modo saggio e non troppo significativo le sue richieste, o spingerlo lontano, se coniugherà scelte soltanto al risparmio con la motivazione pur comprensibile dei 4 rossi di fila a bilancio (-83 milioni): scelte per il tecnico probabilmente inaccettabili, però. Ecco perché non si può ancora stare del tutto tranquilli. 

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