Anche il Fila per Juric è un cantiere aperto

L'allenatore aveva chiesto di allenarsi a Torino con le nuove vele antispie montate e le sale mensa e relax ultimate (sono quasi pronte). Contestazione al Robaldo
Anche il Fila per Juric è un cantiere aperto© Roberto Garavaglia/ag. Aldo Liverani sas

TORINO - Se Juric fosse stato in campo a metà pomeriggio, non avremmo potuto udire le sue urla: ma mancavano ancora due ore al raduno del Torino al Fila. Rumore assordante, due camion betoniere in funzione, uno con la gru che si alzava e abbassava ripetutamente. Materiale per l’edilizia all’interno del cortile del Filadelfia: attenzione a non inciampare. Furgoni in movimento, operai al lavoro nel centro sportivo. E vele rotte oscillanti nel cielo. Perché tirava vento, a Torino: parecchio. E così il sistema antispie di vecchia fattura (estate scorsa), con un ampio numero di teloni sbrindellati e parecchi buchi nel castello metallico a forma di gruviera, sfornava immagini non esattamente bucoliche. Un cantiere aperto, insomma. Non esattamente le condizioni... ideali per accogliere Juric, tanto più dopo tutto quello che è successo in Austria e a fronte di un mercato che resta sempre tremendamente complicato tra ritardi, beffe e crescenti preoccupazioni. Ma è per il caldo che l’allenamento dei granata (il primo a Torino dopo le tre settimane di ritiro in Austria, l’amichevole a Nizza e i due giorni di riposo) si è svolto solo nel tardo pomeriggio: non per colpa dei camion.

La richiesta di Juric

Juric aveva chiesto a maggio (sull’onda delle ripetute pretese della scorsa stagione, solo parzialmente o temporaneamente soddisfatte) di poter tornare ad allenarsi in un Fila finalmente ultimato. Con le sale mensa e relax già perfettamente funzionanti (sono quasi pronte, comunque) e le nuove anti-spie montate. Ci sono poi anche i ruderi Anni 20 da mettere in sicurezza al più preso, data le loro condizioni fatiscenti.

Cairo e Beretta, gli accordi

Pro memoria: gli accordi tra Cairo e Beretta quanto alla suddivisione delle spese per la realizzazione delle sale mensa e relax (grossomodo: 200 mila euro a carico del Torino e il doppio in capo allo storico sponsor granata) risalgono all’estate del 2020. Possibile che non si potessero avviare i lavori in precedenza? In due anni, di tempo ce n’era eccome. E le vele sbrindellate? Da sostituire inderogabilmente entro il 12 agosto, aveva ufficialmente comunicato a gennaio (quindi ben più di 6 mesi fa) la Commissione di vigilanza del Comune (rischi quanto alla staticità della struttura metallica). Eppure sono ancora lì. Ed è sempre in alto mare, per ora, l’installazione di quelle nuove (contrapposizioni e polemiche tra il Torino e la Fondazione Filadelfia su chi debba pagare il disturbo).

Contestazione al Robaldo

Intanto al Robaldo, il leggendario centro sportivo per il vivaio ancora tutto da costruire (una telenovela che perdura da oltre 5 anni!), sono comparsi diversi striscioni di contestazione contro Cairo. Mentre si attende sempre di capire dove giocherà in campionato la Primavera, l’anno scorso esiliata a Biella.

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