Sanabria, il Toro ha bisogno di te. A Monza servono segnali (e gol)

L’attaccante contro il Palermo è apparso un po’ in difficoltà, tuttavia Juric è pronto ad aspettarlo e lo preferirà ancora a Pellegri. Finisce il silenzio del tecnico: oggi parla per la prima volta nella stagione
Sanabria, il Toro ha bisogno di te. A Monza servono segnali (e gol)© www.imagephotoagency.it

TORINO - Col Palermo è stata dura, anzi durissima. Una notte difficile per Tonny Sanabria, con tante ragioni che spiegano le difficoltà dell’attaccante paraguaiano. In primo luogo una condizione che non può essere ancora quella ottimale dopo poco più di un mese di lavoro: non tutti i giocatori riescono ad assorbire al meglio e in tempi rapidissimi i carichi di lavoro. A maggior ragione agli ordini di Ivan Juric, che chiede un’intensità fuori dal comune, utilissima nell’economia del gioco del Toro. Poi c’è un’intesa ancora farraginosa con la nuova trequarti, quella scesa in campo in Coppa Italia: con Radonjic e Seck non aveva mai giocato, è naturale che l’affinità con una punta necessiti di tempo per essere costruita. Questione di normale rodaggio, in un attacco ancora anomalo e con una squadra da disegnare.

Poi, naturalmente, c’è un fattore mentale da tenere in considerazione per un attaccante ormai non più giovanissimo: il peso dell’eredità di Andrea Belotti. L’ex capitano ha fatto la storia del Toro e adesso i granata hanno la necessità di individuare la punta del presente e del futuro. Sanabria è l’uomo giusto: a Juric piace, anche per il suo spirito di sacrificio e per il modo che ha di dialogare con altri reparti. Però stavolta Tonny parte recitando il ruolo di terminale offensivo titolare, quasi insidacabilmente: non era mai riuscito in carriera a ritagliarsi una centralità di questo tipo. Contro il Monza, proprio per questa ragione, dovrebbe essere confermato dall’inizio, nonostante la prestazione negativa in Coppa Italia. Ha deluso tanto, perché è sembrato perennemente in ritardo sia di condizione che come letture dei tempi di gioco, ma merita la fiducia. Anche perché le attenuanti, in questo periodo della stagione, ci sono tutte per una notte un po’ così. Farà a sportellate con una difesa ancora in fase di rodaggio: il Monza ha tanti volti nuovi, da Ranocchia a Marlon passando per Pablo Marì, per cui anche per loro Sanabria può rivelarsi un avversario temibile. Nelle ripartenze e pure in area di rigore.

Alla trequarti e agli esterni granata il compito di innescare a dovere l’ex centravanti del Betis, che ha bisogno di fiducia e sostegno da parte dei compagni più in palla di lui. Juric - che oggi terrà la prima conferenza stampa della stagione, dopo che finora ha scelto di restare in silenzio - dorme tranquillo: perché Sanabria è un elemento in cui crede sin dal primo giorno, ma anche perché alle sue spalle scalpita Pietro Pellegri. L’attaccante classe 2001, al contrario del collega di reparto, ha già fatto vedere di essere pronto. È entrato in campo col piglio giusto contro il Palermo e al primo pallone toccato ha segnato. Un gol che ha chiuso la contesa, capace di dargli una spinta emotiva importante. Sta bene adesso: fisicamente e mentalmente. Dal punto di vista del passo gara ha patito lo scotto di uno stop forzato in Austria: il trauma contusivo alla coscia subito in ritiro gli ha fatto saltare qualche giorno di lavoro col gruppo, ma è rimasto sul pezzo per tornare subito a disposizione al meglio. Così è stato. E poi c’è il riscatto estivo del Toro, che lo ha preso dal Monaco incoronandolo come attaccante del presente e del futuro. Cairo ha speso quasi 5 milioni di euro per Pellegri, uomo fortemente voluto da Juric per il reparto avanzato. Ha colpi da campione, mostrati pure l’anno scorso nel girone di ritorno. Ora deve trovare una continuità di rendimento in grado di farlo diventare un titolare: per adesso è un valore aggiunto da subentrato e può esserlo anche domani a Monza, ma per la titolarità gli serve più tempo. E anche qualche gol, che aiuta a stimolare l’autostima. Punta alla nazionale maggiore: ha tutto per riuscire a raggiungere il traguardo, ma dipende solo da lui, padrone del proprio destino. Il Toro crede fermamente in lui.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...