TORINO - Samuele Ricci, al centro del villaggio, non ci è finito per soli meriti propri. Il mancato riscatto di Mandragora, in estate, lo ha elevato a potenziale titolare, il pasticciaccio brutto di Lukic, alla vigilia del campionato, lo ha caricato d’un colpo di gravose responsabilità. Alcuni fattori esterni hanno giocato un ruolo, insomma, prima che il ventunenne da Pontedera prendesse in mano con piglio il proprio destino e, insieme, quello del Torino tutto. Perché la strada si sarà anche fatta in discesa da sola, ma è proprio in quei frangenti che il rischio di sbandare aumenta. Al volante della squadra, invece, l’ex Empoli sta denotando le attese doti proprie di un talento e la più inattesa maturità di un veterano nato nel 2001. Il salto di qualità che oggi impone anche al ct Mancini di osservare da vicino la crescita del centrocampista toscano, però, è un passo o due al di fuori della tradizionale comfort zone di Ricci, lì dove lo sta spingendo Juric per plasmarlo in elemento finalmente completo. I dati della Lega Serie A, in questo senso, parlano chiaro. Prendere, per esempio, i chilometri macinati in mezzo al campo: in questa speciale graduatoria, comandata da Maxime Lopez del Sassuolo, il numero 28 granata è al sesto posto assoluto, davanti a “mestieranti” come Barberis del Monza e a modelli come Brozovic dell’Inter. Nei primi tre turni di campionato, infatti, Ricci ha percorso una media di 11,462 chilometri a gara: appena in cinque – Baldanzi, Birindelli, Marin e Cristante, oltre al francese della mediana di Dionisi – hanno saputo far di meglio, e per qualche decina di metro in più soltanto. E il discorso non si esaurisce con i polmoni, ma coinvolge anche i muscoli.
Gli elogi di Juric
«Non sarà mai un incontrista, ma è un ragazzo spettacolare che lavora come un pazzo ogni giorno: ha messo su chili e perso massa grassa – l’ha esaltato lo stesso Juric –. Eccelle nella visione di gioco, ma sta migliorando per diventare un centrocampista sempre più completo». Senza snaturarsi, naturalmente. Perché, a Cremona, Ricci ha anche recuperato ben 7 palloni, appena uno in meno di Linetty, il miglior granata nel dato, ma al contempo ha continuato a fare ciò per cui era stato acquistato lo scorso gennaio: è stato il giocatore del Torino con più passaggi riusciti, 39, e il secondo alle spalle di Singo per palloni giocati, 57. Per tutto quello che questi numeri possono spiegare, e anche per quello che nella statistica non trova spazio come l’intelligenza e eleganza, Ricci oggi è sempre più al centro del villaggio. E per meriti propri.