Toro, il patto Juric-Vlasic: la rinascita tra Spalato e il Filadelfia

Il tecnico e il centrocampista granata sono nati nella stessa città: un legame speciale alla base di gol e progressi
Toro, il patto Juric-Vlasic: la rinascita tra Spalato e il Filadelfia© Getty Images

TORINO - Erano quasi due anni che un giocatore del Torino non riusciva a segnare in tre partite consecutive. L’ultimo era stato Sasa Lukic all’inizio di novembre del 2020, a imitazione di ciò che aveva fatto Andrea Belotti poco prima. È un dato che rende ancora più significativo questo principio di avventura granata di Nikola Vlasic, andato in gol nelle trasferte di Cremona e Bergamo e l’altra sera in casa contro il Lecce. Pur con tutta la prudenza del caso, è innegabile che il trequartista di Spalato rappresenti una tra le stelle più luminose del firmamento europeo in cui si ritrova il Torino dopo le prime cinque giornate di campionato, un quarto posto dal valore notevolissimo. Perché è altrettanto innegabile che l’arrivo di Vlasic in Italia sia stato accolto con grande curiosità e un po’ di scetticismo, per via della deludente esperienza con il West Ham, dove ha giocato 31 partite e segnato appena una rete. Ma le doti espresse nelle tre stagioni (e un pezzetto) al Cska Mosca - lì furono 33 i gol in 108 presenze - autorizzavano a credere che in Inghilterra non avessero visto, per una ragione o per l’altra, il vero Vlasic.

Gente di Spalato

Abbiamo raccontato già diverse volte quanto sia stato determinante, nella scelta del croato di accettare l’offerta del Toro la presenza di Ivan Juric, nato a Spalato come lui: «In Croazia abbiamo tutti un grande rispetto per Juric. Il fatto di essere della stessa città, poi, rende ogni cosa più speciale», aveva detto Vlasic il giorno della presentazione, ribadendo il concetto successivamente. E lo stesso tecnico gli ha telefonato per spiegargli le sue convinzioni e il desiderio di assegnargli nel progetto un ruolo fondamentale. «Lui preferirebbe partire da sinistra, ma io lo vedo più letale dall’altra parte, con la massima libertà di accentrarsi». In questo inizio di stagione si è vista in più circostanze l’applicazione di questo dettame tattico, che tra l’altro ha prodotto la bellissima rete contro il Lecce. Vojvoda, attentissimo a vedere il movimento di Vlasic, ha verticalizzato con forza e precisione pescando il croato in area tra Hjulmand e Baschirotto: tocco preciso che ha superato Falcone e sancito la terza vittoria in campionato, la quarta stagionale, del Torino. Non c’è dubbio sul fatto che l’intesa tra Juric e Vlasic stia dando un’impronta chiara e significativa all’atteggiamento tattico della squadra granata, invitata dal tecnico a sfruttare il più possibile le fasce nel tentativo di mettere al centro dell’area palle appetibili per Sanabria o Pellegri ma anche ad aprire le difese avversarie con i tagli che l’ex West Ham sta attuando con sempre maggiore intensità.

Crescita costante

È un patto croato, un patto che partita dopo partita sta dando risultati evidenti a prescindere dalle pur importantissime reti segnate da Vlasic, decisivo sia nella vittoria contro la Cremonese, sia nella vittoria contro il Lecce. E anche il gol di Bergamo, a ben guardare, sarebbe stato preziosissimo perché stava riaprendo la partita: peccato per l’ingenuo rigore provocato da Lazaro che ha consentito a Koopmeiners di firmare la tripletta personale e ha messo al sicuro i tre punti per l’Atalanta. Non a caso, dopo che è subentrato a Miranchuk all’inizio della ripresa contro il Monza, Vlasic è rimasto sempre in campo: con 405 minuti è il terzo giocatore granata più utilizzato dopo Vanja Milinkovic-Savic e Ricardo Rodriguez, diventato capitano dopo l’ammutinamento di Lukic e soprattutto elemento imprescindibile per il reparto arretrato. Di più: nella graduatoria dei chilometri percorsi, davanti a Vlasic per media c’è soltanto Samuele Ricci. Con il patto croato si può andare lontano.

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