Toro: così sei bellissimo. Granata al 4° posto e davanti a Juve e Inter. L’entusiasmo è totale

Sabato si presenta a San Siro con un punto in più dei nerazzurri e dei bianconeri
Toro: così sei bellissimo. Granata al 4° posto e davanti a Juve e Inter. L’entusiasmo è totale© www.imagephotoagency.it

TORINO - Toro, così sei bellissimo: aggettivo semplice ma non banale, il più adatto per fotografare il momento storico attraversato dalla squadra granata. In virtù di un solo passo falso - a Bergamo contro l’Atalanta dove la sconfitta è maturata per meriti dei nerazzurri, ma anche per singoli errori (Aina e Lazaro commettono due falli da rigore assolutamente evitabili, Milinkovic tarda a scendere sul tiro da fuori area di Koopmeiners) - e di tre successi rotondi più nella prestazione che nel risultato (allegato il pari interno contro la Lazio), i granata affrontano i giorni che li separano dalla sfida di San Siro guardando l’Inter (e la Juve) dall’alto. Non capitava da 43 anni che il Toro, per due stagioni consecutive, fosse alla quinta giornata davanti ai bianconeri. Un anno fa i granata conducevano a quota 7 e la squadra di Allegri inseguiva a 5, in questo i punti sono rispettivamente 10 e 9. Quota che piazza il Torino in una posizione di classifica che legittima sogni con scenografie europee. 
La bellissima notizia è che la squadra è nelle condizioni di uscire dal sogno, e ben desta continuare lungo una strada che potrà condurla nelle prime sei posizioni: più che un sogno la qualificazione europea è per questo Toro un obiettivo. Certo molto arduo da conseguire. Innanzitutto perché diverse sono le rose qualitativamente e pure quantitivamente superiori. A partire da Juve e Inter, ma aggiungendovi il Milan e il Napoli, la Lazio e la Roma, l’Atalanta e forse la Fiorentina. Insomma al netto di un’eventuale sorpresa che possa inserirsi nel gruppo di testa - adesso il ruolo è interpretato dall’Udinese - e integrando nelle pretendenti alle coppe anche il Toro, le candidate sono almeno 9. Qualcuna dovrà stare fuori, e tra queste per valori globali rintrerebbero i granata. I quali però hanno una serie di qualità specifiche.

La qualità del Toro

A partire da un allenatore, Ivan Juric, che si sta confermando come un preziosissimo valore aggiunto. Il lavoro del croato si traduce in un Torino quadrato, tatticamente in equilibrio tra le due fasi, compatto nelle intenzioni. Poi, e lo diceva anche Paro nella conferenza post successo sul Lecce, le qualità tecniche si possono allenare, ma fino a un certo punto. E qui si arriva all’ineludibile necessità che all’allenatore non vengano sottratti, causa infortunio, gli elementi in grado di rifinire e finalizzare la mole di lavoro prodotta: finché Radonjic e Vlasic manterranno il ritmo attuale le speranze di mantenersi agganciati ai primi sei posti potranno essere alimentate. Juric (sabato in panchina andrà Paro, causa polmonite del primo allenatore) a differenza di Inzaghi non può concedersi il lusso di ruotare Dzeko e Lautaro, Correa e Mkhitaryan (Lukaku è fermo per infortunio), ma come fatto fin qui il Toro dovrà affrontare i nerazzurri con la forza del gruppo. Sì elevato dal tasso tecnico dei due esterni offensivi. E pure carico d’entusiasmo per un dato che mancava dal biennio 1978-79, 1979-80: è da fine Anni 70, quindi appunto da 43 anni, che il Toro per due campionati di fila non era davanti alla Juve alla quinta giornata. Turno nel quale i granata sono tornati a vincere in casa: i 3 punti al Grande Torino mancavano da Toro-Spezia (2-1, doppietta di Lukic) dello scorso 23 aprile. Un successo senza subire gol, come nessuna rete era stata incassata contro la Lazio (0-0). E superando il Lecce è stata allungata a cinque la striscia di vittorie di fila contro le nepromosse. Dati più o meno rilevanti che portano a una sintesi: se sognare l’Europa è lecito, avere quale obiettivo l’ingresso nelle competizioni internazionali è doveroso. 
 
(ha collaborato Massimo Fiandrino)

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