Torino, Juric: “Io con voi tifosi”. E aiuta i bambini

Non può andare alla festa della Maratona, così parla con gli Ultras: «Sono al vostro fianco, partecipo alla raccolta fondi per beneficenza». E paga due anni d’affitto di un appartamento destinato a famiglie bisognose
Torino, Juric: “Io con voi tifosi”. E aiuta i bambini© ANSA

TORINO - «Buongiorno, mi chiamo Juric e lei è mia moglie: siamo venuti qui da voi per conoscervi meglio. Ho fatto una promessa ai tifosi del Toro, ai gruppi della curva Maratona: e ora voglio mantenerla. Come posso darvi una mano?». Sulla soglia di Casa Ugi, storica associazione umanitaria torinese che da 40 anni ospita e assiste i minori malati di tumore e le loro famiglie, Ivan il Terribile getta la maschera e mostra il suo vero volto: il Buono.
La nostra storia comincia qualche giorno fa. Quando una delegazione degli Ultras, il cuore della Maratona, si mette in contatto con Juric: «Ciao, Ivan. Possiamo parlarti un minuto, per favore?». Pronti, partenza, via: e il cronometro andrà ben più lontano di 60 secondi. Perché la chiacchierata sarà densa, lunga, pregna. I ragazzi di curva gli spiegano che dopo qualche anno, dopo l’interruzione per il Covid, torneranno finalmente a organizzare una grande festa popolare: «La nostra festa, la festa di tutti i tifosi del Toro. Ci saranno tanti ex giocatori, nostre glorie del passato, gente dello scudetto, della finale Uefa, della Coppa Italia del ‘93, anche dopo». Gli elencano i nomi, «ma poi verranno anche tanti artisti, musicisti, cantanti, dj... tutta gente anche loro del Toro. Si alterneranno sul palco, suoneranno, canteranno, faranno ballare tutti».
«Ma dove, quando?», chiede Ivan.
All’Hiroshima, uno storico magnete di generazioni e generazioni, a Torino. Un luogo che è un centro di aggregazione da decenni molto amato in città, ben noto anche oltre i confini torinesi, regionali. Un punto di ritrovo, una fucina culturale tra esibizioni artistiche di respiro anche internazionale e nottate trascorse ballando. Con i suoi ampi spazi, tra i locali interni e il giardino tutt’attorno, l’Hiroshima ospita regolarmente concerti, mostre, convegni, eventi.
Juric interrompe: «Bellissimo. Sono qui a Torino solo da un anno, però ne ho già sentito più volte parlare. Ma quando?».
«Tra meno di due settimane, durante la sosta. Sabato 24, Ivan».
«Accidenti! Non posso, ho già un impegno fuori Torino e non posso proprio rinunciarvi».
Accidenti si dicono nel cuore anche i tifosi. Accidenti: sarebbe venuto, che sfiga. Chi gli parla, gli parla così: «Peccato, mister. Ci tenevamo molto alla tua presenza. Lo sai bene che ti stimiamo, fin dal primo giorno ci hai dimostrato che tieni tantissimo a quello che fai. Hai uno spirito, un carattere da Toro. Sei dei nostri, siamo stati al tuo fianco fin dall’inizio».
«Anche io sono al vostro fianco. Mi sento uno di voi, quando cantate per incitare i miei giocatori. Ci date un grandissimo aiuto, non ci avete mai fatto mancare il vostro sostegno. Tante volte in conferenza vi ho anche ringraziato pubblicamente, lo sapete. Ma qual è il fine della vostra festa?».

Ed è qui che la storia s’impenna, produce un’accelerata, scava nella profondità dei valori per alzarsi nei significati. E scatta più ancora l’empatia. Gli Ultras gli spiegano che l’intero ricavato della festa andrà in beneficenza all’Ugi, una meritevole associazione umanitaria torinese che pochi mesi fa ha festeggiato i 40 anni di vita. In collaborazione con l’ospedale infantile Regina Margherita di Torino, polo di fama internazionale, l’Ugi offre assistenza e ospitalità ai minori malati di tumore e ai loro genitori. Opera al fianco delle famiglie bisognose, italiane e straniere. Il cuore pulsante è Casa Ugi, una palazzina ristrutturata a breve distanza dall’ospedale. Al suo interno, lungo il Po, decine di appartamenti, sale per le lezioni scolastiche, sale giochi, sale tv, spazi per laboratori artistici e musicali, biblioteca, palestra per la riabilitazione, cucine, lavanderia, anche un’area esterna protetta con giochi per bambini.

La curva Maratona, in questi decenni, ha collaborato più volte con l’Hiroshima e con l’Ugi, per finalità sociali e benefiche. Il Torino stesso da tanti anni dimostra di essere concretamente al fianco dell’Ugi, con ripetute donazioni. L’ex capitano Emiliano Moretti, oggi vice ds, è da tempo tra i maggiori propugnatori di iniziative benefiche nello spogliatoio a favore dell’Ugi. E ora torniamo a Juric.
Ivan ascolta gli Ultras, poi chiude la bocca perché vuole che parli il cuore: «Purtroppo non potrò venire alla vostra festa e mi dispiace, lo avrei fatto molto volentieri. A me piace stare in mezzo alla gente, a voi tifosi. Però voglio ugualmente contribuire, in qualche modo. Voglio dimostrarvi che quel sabato sarò anch’io con voi e non solo idealmente: anche partecipando alla vostra raccolta fondi».
E qui apriamo un’altra parentesi. Per dire che a casa Juric i valori della beneficenza e della generosità a favore di chi ha bisogno sono curati da sempre in splendida sintonia tra marito e moglie. Valori che sono stati fin da subito trasmessi anche alle loro figlie: Lucia e Carla, ormai grandi. A Verona, sia Ivan sia sua moglie Irena erano andati più volte a dare una mano alla mensa dei poveri. La signora Irena dedica da anni tempo ed energie ad attività di volontariato. A Torino, per esempio, lei e Ivan hanno presto iniziato a frequentare Casa Oz, altra splendida associazione umanitaria cittadina. Chiusa parentesi.
Una volta a casa dopo quel colloquio con gli Ultras, Ivan disse a sua moglie: «Dobbiamo andare a Casa Ugi, la prossima settimana». «Sì, ce lo eravamo già detto altre volte». «Ma adesso abbiamo un motivo in più».

Così, senza darne notizia né cercare una falsa pubblicità, anzi quasi in segreto, Ivan e sua moglie l’altro ieri si sono presentati a Casa Ugi: «Buongiorno, mi chiamo Juric e lei è mia moglie. Siamo venuti qui da voi per conoscervi meglio. Ho anche fatto una promessa ai tifosi del Toro e ora voglio mantenerla. Come possiamo darvi una mano?». I volontari dell’Ugi han fatto visitare loro la struttura: sala per sala, appartamento per appartamento. «Ecco, qui per esempio i bambini malati possono imparare a suonare con i nostri istruttori. Visto quanti strumenti abbiamo? Sono tutte donazioni». Vicino alle grandi vetrate sul Po, chitarre, batterie, pianole.
Una visita lunga, fin accurata. Chiedendo informazioni sull’attività dell’Ugi, sull’assistenza alle famiglie in difficoltà, sul mantenimento, sulle spese. «Viviamo di donazioni: siamo tutti volontari, qui. Medici, professionisti vari». Poi Ivan e sua moglie hanno lasciato tutti a bocca aperta: «Desideriamo pagare in anticipo tutte le spese di affitto per due anni di un appartamento destinato a bambini malati di tumore e ai loro genitori». Detto, fatto. Con un abbraccio commosso tra tutti.
Per una serie di coincidenze, i tifosi sono poi venuti a saperlo. E la voce è subito corsa tra i ragazzi di curva e alcuni loro amici: «È proprio un grande, Ivan».
La storia è questa, insomma.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...