Se dalla partita della Serbia contro la Svezia ci si aspettavano segnali confortanti a proposito di Sasa Lukic anche in chiave Toro, ebbene sì, sono arrivati. Il centrocampista, che ha iniziato la stagione con poca serenità per via della discussione sul rinnovo del contratto ancora aperta, è stato protagonista di una prestazione molto convincente all’interno di una serata più che positiva per la squadra di Stojkovic e non soltanto per il sontuoso 4-1. La contemporanea sconfitta della Norvegia in casa della Slovenia, tra l’altro, ha consentito alla Serbia di agganciarla in testa alla classifica del gruppo 4 della Lega B di Nations League: domani a Oslo si gioca il confronto decisivo per la promozione. Insomma, il morale è altissimo e questo non può che giovare.
A questa sosta del campionato Lukic è arrivato dopo aver ritrovato la garanzia del posto da titolare, perso alla vigilia della prima giornata quando mise in scena l’inopinato ammutinamento con il quale si escluse dalla lista dei convocati per la trasferta di Monza, ma senza trasformarsi di nuovo nel punto di riferimento della passata stagione. Dopo essere finito in panchina contro la Lazio e a Cremona, e avere perso la fascia di capitano trasferita sul braccio di Rodriguez, Lukic ha giocato per intero le successive gare contro Atalanta, Lecce, Inter e Sassuolo. Oltre al bilancio negativo (tre sconfitte e una vittoria) del Toro, a colpire è stata anche quella sensazione di “compitino” che ha accompagnato le prove del serbo. Ovvero: mai deludente, mai negativo, mai insufficiente, però neppure perentorio, scintillante, decisivo come sarebbe lecito aspettarsi da un centrocampista con le sue qualità. Proprio per questo, dopo lo scivolone casalingo contro gli emiliani, si era sottolineata l’ipotesi che la poca serenità potesse in qualche modo condizionarlo e, nello stesso tempo, si auspicava che ritrovare la maglia della nazionale potesse rappresentare una svolta. Non sappiamo per adesso se sarà effettivamente così, ma di certo la botta di euforia con cui stanno convivendo la Serbia e Lukic (e pure Milinkovic-Savic, sicuro e attento sabato allo stadio Mitic di Belgrado: Radonjic è rimasto in panchina) non può che essere d’aiuto in questo senso. Figuriamoci cosa accadrebbe se domani a Oslo dovesse arrivare l’impresa che porterebbe i biancorossi nella Serie A della Nations League.
Di questa botta di euforia ha bisogno il Toro, che da sabato in avanti dovrà giocare nove partite in quarantatré giorni e affronterà quattro big (Napoli, Juventus, Milan e Roma) e l’Udinese rivelazione. Insomma, prima della nuova lunga sosta per il Mondiale in Qatar i granata metteranno in gioco molte delle proprie ambizioni. Contestualmente, proseguirà la trattativa per allungare il contratto di Lukic, in scadenza nel 2024. Il centrocampista, che guadagna 750.000 euro, pretende che la società lo adegui a livelli più consoni alla sua ultima annata: la richiesta è di un milione e 800.000, il Toro per adesso è arrivato a 1.500.000. C’è ancora da lavorare, ma la distanza non è abissale.