Che cosa dicono a Cairo quei 600 ragazzi del Toro sul sagrato di Superga

Il raduno di tutto il vivaio sul Colle degli Invincibili, promosso da Ludergnani, alla presenza di don Robella, Moretti e Barile, è stato la testimonianza di quanto enorme sia il patrimonio ideale granata e di quanto infinita sia la passione tramandata di padre in figlio, ad onta di una gestione per troppo tempo lontana dalla gente torinista. La festa della Maratona, i lavori finalmente iniziati al Robaldo dopo sei anni di attesa, il ritorno massiccio dei tifosi allo stadio, la figura di Juric sempre più importante: segnali significativi che non possono e non devono essere traditi
Che cosa dicono a Cairo quei 600 ragazzi del Toro sul sagrato di Superga© Fonte: Twitter ufficiale Torino Fc

Il raduno a Superga di tutti i ragazzi e le ragazze del vivaio granata, dei loro genitori, dei dirigenti e dei collaboratori del club assume un significato molto importante. Quei mille riuniti sul sagrato della Basilica hanno lanciato un messaggio forte e chiaro alla gestione Cairo, che all'inizio del mese ha compiuto 17 anni e per troppo tempo si è rivelata lontana dai sentimenti della gente granata. Onore a Ruggero Ludergnani, capo del settore giovanile, che l'evento ha anticipato da maggio all'inizio dell'autunno perché tutti i tesserati, soprattutto i nuovi, capissero e imparassero che cosa significhi indossare la maglia degli Invincibili, scomparsi a Superga il 4 maggio 1949. La presenza di Alberto Barile e di Emiliano Moretti, in rappresentanza dei vertici societari ,è stata altrettanto significativa, così come le parole scandite da don Riccardo Robella, cappellano del Toro nel segno dell'indimenticabile don Aldo Rabino. Ha giustamente scritto Marco Bonetto stamane su Tuttosport: "Un pomeriggio speciale per tutti. E una splendida sorpresa per chi ama il Toro: i tifosi, che invocano un sempre maggior rispetto della storia e la cura delle tradizioni. Retorica? Non certo per chi  ha il sangue granata nelle vene". E Ludergnani: "Se vi abbiamo portato fin qui, tutti insieme, quassù sul colle dove morì il Grande Torino, ma anche dove il Grande Torino continua a vivere nell'amore della gente, è affinché comprendiate ancora meglio in quale squadra giocate e quanto gloriosa sia la nostra storia. Affinchè comprendiate che cosa significhi indossare la maglia del Toro, che cosa rappresenti e di quale stoffa sia formata. Una stoffa di amore, gloria, leggenda, tragedia, rinascita. Una  storia che si perpetua e di cui siete parte anche voi. Siatene orgogliosi". I mille a Superga dopo il grande successo della festa della Maratona; la visita di Juric all'Ugi, l'Unione Genitori Italiani di Torino contro i tumori dei bambini, durante la quale il tecnico e la moglie hanno compiuto un gesto concreto di solidarietà che fa loro onore;  i lavori finalmente iniziati al Robaldo, dopo sei anni di attesa; la figura dello stesso Juric, sempre più al centro del Toro; il ritorno massiccio dei tifosi allo stadio nelle prime gare casalinghe: è stata una bella sosta per il mondo granata che si prepara ad affrontare il Napoli nelle migliori condizioni di spirito. Uno spirito da non tradire mai.

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