Torino, Serbia, Mondiali: Vanja non è più l'altro Milinkovic Savic. Citofonare Haaland

Arriva dove gli altri devono impegnarsi e spesso falliscono, è sempre più sicuro, con i piedi lancia meglio dei centrocampisti. E combatte i cali di concentrazione. Juric e Stojkovic credono in lui. E fa impazzire (e a volte sacramentare) i tifosi
Torino, Serbia, Mondiali: Vanja non è più l'altro Milinkovic Savic. Citofonare Haaland

TORINO - E’ alto oltre due metri, arriva dove gli altri devono impegnarsi e spesso falliscono, è sempre più sicuro, con i piedi lancia meglio dei centrocampisti. E combatte i cali di concentrazione. Ivan Juric, tecnico del Torino, e Dragan Stojkovic, ct della Serbia, credono sempre più in lui. Che fa fa impazzire (e a volte sacramentare) i tifosi, ma è idolo assoluto. Zio Vanja, che rivincite. Sugli scettici, sulle sbandate, sui luoghi comuni. Tanto che in granata è titolare e fulcro nevralgico del gioco. Ok, fa sobbalzare, ogni tanto, perché il suo modo di stare in campo è a rischio, ma vuoi mettere: serve il centravanti, spazza l’area con il pugno a quote stellare, mette le manine agli angolini. E quando entra in campo, a Torino, sotto la curva, l’ovazione è d’obbligo: lui saluta e di solito si arrampica sulla traversa, manco fosse la cosa più semplice del mondo. Lo aspetta il Napoli, la sfida ai funamboli azzurri, da Kvaratskhelia a Raspadori. Ma non si fa certo impressionare: con la Serbia ha fermato mostro Haaland e tanto basta. I mondiali in Qatar sono dietro l’angolo, prima però deve aiutare il Toro a salire in classifica.

Vanja e Sergej Milinkovic-Savic: campioni e fratelli

Vanja ha 25 anni, è nel clou della maturazione calcistica. Fuori, resta uno showman. Fa sorridere come indossa le cuffie, o quando passeggia con il cane, magari sfoggiando le scarpette rosso kitsch. Non è uomo di tante parole, ma si fa sentire. Con il fratello Sergej, fenomeno della Lazio, il rapporto è bellissimo. Ma adesso Vanja non è più l’altro Milinkovic Savic.

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