Singo, dov’è la testa? Non riesce a decollare con il Toro

In questo inizio di campionato ha collezionato 6 presenze, ma non è mai riuscito a convincere. Per aiutarlo lo staff tecnico ha preparato un lavoro personalizzato
Singo, dov’è la testa? Non riesce a decollare con il Toro© LAPRESSE

TORINO - Singo, che è successo? L’esterno ivoriano, che fino a poco tempo fa era un punto di forza del Toro, si è bloccato: non riesce più a sprintare, a fare la differenza, a saltare gli avversari e mettere in mezzo palloni invitanti. E pensare che nel periodo di maggior splendore era addirittura diventato un uomo mercato, entrando nel mirino dell’Inter (che aveva pensato a lui nel caso fosse partito Dumfries) e di alcuni club di Premier League. La sua valutazione era salita fino a sfiorare i 20 milioni e il Toro rifiutò tutte le proposte, convinto che il potenziale del ragazzo, sia tecnico sia economico, salisse ancora. Antonio Conte, per esempio, lo ricorda in una partita proprio con l’Inter contro i granata: "Vedevo continuamente sfrecciare davanti a me un treno che non si fermava mai, un giocatore incredibile che mi ha impressionato". E non è da escludere che abbia anche provato a portarlo con sé nella nuova avventura al Tottenham. Singo arrivò al Toro da ragazzo. Firmò un contratto nel gennaio del 2019 e fu subito spedito nella Primavera per crescere e giocare con continuità. Durante la sua esperienza nei campionati giovanili, Coppitelli (tecnico della Primavera di quel periodo) lo schierò come terzino, quello che poi è diventato il suo ruolo preferito anche se Mazzarri e Juric lo hanno poi spostato in posizione più avanzata, come esterno alto ma con il compito (anche) di difendere.

I problemi sono arrivati in questa stagione

L’esordio tra i professionisti risale all’1 agosto 2019 nel match di Europa League contro il Debrecen, vinto 4-1 in Ungheria. In Serie A, invece, il 27 giugno del 2020 contro il Cagliari nella sconfitta per 4-2 alla Sardegna Arena. Mazzarri lo ha fatto crescere assieme a Bremer con lavori personalizzati, Juric nel suo primo anno di panchina lo ha migliorato sotto tutti i punti di vista: non a caso, come detto prima, tutti i grandi club italiani ed europei gli avevano messo gli occhi addosso. I problemi sono arrivati in questa stagione: sei presenze e quasi tutte prestazioni al di sotto delle sue possibilità, tant’è che Juric, almeno per ora, non lo considera più titolare inamovibile. A lui ha sempre chiesto qualche gol visto che si spinge spesso in avanti, ma i risultati non sono stati soddisfacenti. In quattro stagioni di reti ne ha realizzate solo cinque. Quest’anno è fermo a zero. Lo stesso Singo ha ammesso: "Juric mi ha detto che devo chiudere questa stagione con 5 o 6 gol, mi aiuta molto a fare progressi". Ed è la speranza di tutti. Una partenza al rallentatore non deve cancellare le prospettive di questo ragazzo. Di sicuro, il tecnico croato non abbandonerà le intenzioni di recuperarlo, farlo crescere, portarlo di nuovo tra i grandi protagonista granata perché sa che Singo ha tantissime potenzialità che non può aver perso in poco tempo. La corsa, per esempio. Poi l’esuberanza e la forza fisica che gli faceva “sradicare” gli avversari. Diciamo, allora, preferiamo pensarla così, che è soltanto un momento, prolungato, molto difficile.

Grazie al Toro ha conquistato un posto nella Costa d’Avorio, pur perdendo la qualificazione al Mondiale nell’ultima partita di qualificazione. Ma questo non spiega lo scarso rendimento in granata, ovvio. Dove in queste prime giornate di campionato (6 presenze, lo ricordiamo) non è quasi mai riuscito a rendersi utile. Domenica contro l’Empoli, per i granata una partita importantissima, dovrebbe essere ancora titolare per aiutarlo a ritrovare se stesso. Per lui anche allenamenti mirati per trovare, almeno, la condizione migliore, quella condizione che dovrebbe permettergli di recuperare il terreno perso e tornare protagonista. Perché il Toro ha bisogno di lui visto che sulle corsie esterne (come potete leggere a pagina 13) la situazione non è delle migliori , proprio in quei settori di campo in cui Juric, assieme alla trequarti, costruisce la pericolosità del suo sistema di gioco. Il giocatore in questi giorni si sta allenando con grandissima determinazione. Ha perfettamente capito che deve alzare l’asticella della competitività per non sprecare quello che di buono ha fatto in passato. E dovrà sfruttare le occasioni, già da domenica, che Juric gli metterà a disposizione per risalire. La fiducia del Toro non verrà a mancare perché resta un patrimonio importante della società. Adesso spetta a lui “risorgere”, tirare fuori la grinta giusta, dimostrare che questo è un momento passeggero.

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