Toro, la parabola di Lazaro: così si è conquistato il posto

L'austriaco titolare anche per i guai fisici di Singo e Sojvoda e l’involuzione di Aina, ma ha dimostrato in campo il suo valore
Toro, la parabola di Lazaro: così si è conquistato il posto© Marco Canoniero

TORINO - Oggetto misterioso prima, riserva annunciata poi e alla fine titolare: Valentino Lazaro è l’esterno di centrocampo che Juric ha utilizzato di più in questa prima parte di campionato. Sulla fascia destra o su quella sinistra, l’austriaco ha colmato le distanze e il gap con la concorrenza, dimostrandosi affidabile in fase di spinta. Sull’atteggiamento difensivo, invece, deve migliorare e per questo sta lavorando al Fialdelfia agli ordini di Ivan Juric e del suo staff. Le aspettative (basse, per la verità) su Lazaro, primo innesto dopo la sfuriata estiva tra l’allenatore e Vagnati, sono state capovolte da una serie di prestazioni incoraggianti. Per convincere Juric e l’ambiente granata – scettico sul suo conto, considerando come all’Inter prima e poi nei prestiti a Newcastle, Borussia Monchengladbach e Benfica non avesse quasi mai convinto – Lazaro si è preso il Toro uno spezzone alla volta. Alla prima di campionato contro il Monza ha giocato 11 minuti, mentre contro la Lazio si è fermato a 18. Dopo i 90’ in panchina contro la Cremonese, Juric ha deciso di inserirlo in pianta stabile nell’undici titolare, senza mai privarsene. Dopo 8 partite di campionato, Lazaro è il primo tra gli esterni di centrocampo per minuti giocati: 422 contro i 416 di Singo e i 338 di Ola Aina. «Può fare ancora di più e ha margini di miglioramento» aveva detto su di lui Juric alla viglia della sfida contro il Sassuolo, confermandogli fiducia e stima.

Lazaro titolare

Sulla titolarità di Lazaro, va detto, hanno inciso anche i problemi fisici accusati da Singo e Vojvoda e l’involuzione preoccupante di Aina, incapace di invertire la tendenza negativa che ha caratterizzato le ultime stagioni. In campo, Lazaro ha comunque dimostrato il suo valore. L’unico vero passaggio a vuoto si è verificato contro l’Atalanta, causando il rigore (intervento scriteriato su Lookman) trasformato dal nerazzurro Koopmeiners per il 3-1 che ha spento le speranze del Torino di conquistare un punto al Gewiss Stadium. Nell’ultima sfida contro il Napoli, invece, pur soffrendo Politano in fase difensiva è riuscito a proporsi in avanti, partecipando all’azione del gol di Sanabria: il suo traversone dalla sinistra, infatti, dopo una serie di deviazioni ha permesso al centravanti paraguaiano di riaprire la sfida del Maradona nel finale di primo tempo. La duttilità, del resto, è la qualità migliore dell’ex Inter, capace di agire da terzino e laterale di centrocampo (su entrambi i fronti d’attacco) ma anche da esterno offensivo. Soluzione, quest’ultima, già sperimentata in Nazionale e che potrebbe tornare utile anche a Juric in caso di emergenza. Giocare con continuità con il Torino è l’obiettivo principale di Lazaro per rilanciarsi. La sua Austria, infatti, ha mancato la qualificazione al Mondiale in Qatar e dovrà accontentarsi di sfidare l’Italia in amichevole il 20 novembre. Il futuro del giocatore, quindi, passerà solo e soltanto dal rendimento con la maglia granata. L’età – ha compiuto 26 anni a marzo – gioca ancora a suo favore, ma le 4 squadre diverse nelle ultime 3 stagioni dimostrano che ha bisogno di stabilità. Intanto domenica, nella sfida dell’ora di pranzo contro l’Empoli, dovrebbe ancora una volta toccare a lui presidiare la fascia sinistra di centrocampo, con Singo dall’altra parte. Il recupero di Vojvoda, rientrato da pochi giorni in gruppo dopo l’infortunio accusato nel riscaldamento della sfida contro il Sassuolo del 17 settembre, impone prudenza sull’utilizzo del kosovaro. Aina, invece, in questo momento rappresenta la quarta scelta sugli esterni. Contro i toscani ci sarà ancora Lazaro, l’ennesima trovata di Juric per il Toro.

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