Sonego carica: "Toro, piega la Juventus nel derby come ho fatto io"

Il tennista ci crede: "A 8 anni segnai nella finale di un torneo con le giovanili granata e battemmo i bianconeri 2-1. Con Juric in panchina e giocatori di fantasia in attacco possiamo far bene"

TORINO - Lorenzo Sonego, detto il polipo, per come riesce ad arrivare con la racchetta sulle palle più incredibili e impossibili grazie a un cuore indomabile, è sì un giocatore di tennis, il quarto più forte in Italia al momento, ma è anche o forse soprattutto, dal punto di vista delle emozioni personali, un tifoso del Toro. Dove peraltro ha giocato da bambino nel settore giovanile per alcuni anni, prima di prendere la grande decisione e optare per il tennis dove è riuscito a sfondare grazie alle cure del suo maestro Gipo Arbino. Impegnato a Firenze nella semifinale del doppio del torneo Atp 250 in coppia con l’amico Vavassori, oggi dovrà seguire a distanza la partita delle partite per chi ha come lui sangue granata nelle vene. Quando è sotto la Mole ed è libero da impegni, spesso va allo stadio per vederselo il suo Toro ma stavolta non sarà possibile.

Torino-Juve, la carica di Sonego

«Uno dei primi derby che mi torna in mente più frequentemente è quello che ho visto in tv con il gol di Marco Ferrante in cui esultò con le corna, ma mi sa che non vincemmo ma fu soltanto un pareggio. Allo stadio, dal vivo, non sono andato troppe volte a viverla la stracittadina. Se mi faceva effetto vedere le maglie bianconere? Ma io veramente quando andavo mi concentravo sulle maglie granata più che su quelle dell’avversario. E se devo essere sincero il fatto che fossero bianconere non mi procurava un effetto particolare. Avevo la stessa adrenalina e carica di quando vedevo il Toro in campo che cercava di battere un’altra squadra». E in questa sua dichiarazione c’è tutto il Sonego tennista capace, pochi mesi fa, di raggiungere la sua miglior posizione nella classifica Mondiale Atp al 21° posto. Per lui affronare Djokovic piuttosto che il numero 100 al mondo non cambia nulla: stesso impegno, stesso approccio, stessa voglia di dare il massimo del proprio potenziale.

Il passato nelle giovanili granata

Un atteggiamento inconsueto per chi come lui gioca a tennis e che in parte si può spiegare con il suo percorso atipico nei primissimi anni di attività. Al tennis c’è arrivato un po’ tardi visto che da bambino giocava a calcio, proprio nelle giovanili del Torino. «Si io ho giocato nelle giovanili del Toro quando ero bambino e quindi di partite contro la Juventus ne ho disputate parecchie. Ricordo una finale in un torneo in cui vincemmo 2-1, avevo credo 8 anni, segnai e vinsi anche il premio del capocannoniere del torneo. All’inizio nei primissimi anni giocavo da attaccante per essere poi spostato esterno. Segnare alla Juventus la prima volta fu particolarmente emozionante. Ricordo anche un altro gol che feci ai bianconeri ma come si suol dire la prima volta non si scorda mai. E poi era stato fantastico perché con quella mia rete conquistammo il torneo. Davvero il massimo a cui potevo aspirare».

Speranze in vista del derby

Come si sa il passato è importante però il presente lo è ancora di più e così ecco la sua previsione su questo derby che segnala un suo ottimismo piuttosto spiccato per l’esito finale del match. «Speranze per la partita? Con Juric i panchina le speranze sono molto alte perché è un allenatore di carattere. All’inizio della stagione il Toro ha fatto vedere delle belle prestazioni, ci sono giocatori di qualità, molto forti, tecnici e rapidi in fase offensiva. Il Toro può fare una bel derby. Davanti possiamo contare su Radonjic, Miranchuk e Vlasic: tre giocatori che hanno molta fantasia. In porta c’è poi Milinkovic Savic che già soltanto con la sua stazza rappresenta solo per il volume che occupa nella porta un problema per chi cerca di fargli gol. Tra i granata che preferisco in assoluto c’è sicuramente Ricci, è uno che si fa sentire e mette ordine, serve moltissimo al nostro gioco avere uno come lui in mezzo al campo». A un certo punto della scorsa stagione Sonego ha portato il Toro in giro per il mondo perché quando i tennisti erano costretti a entrare sul campo di gioco con la mascherina per via delle precauzioni anti covid si copriva con una maschera granata che ospitava il Toro stilizzato. Ora il Toro lo porta in giro “soltanto” nel cuore...

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