È il Toro della Generazione Z

Zima, Schuurs, Buongiorno: nelle ultime due gare una difesa di qualità e grande prospettiva
È il Toro della Generazione Z

David Zima compirà 22 anni l’8 novembre. Perr Schuurs 23 il 26 novembre. Alessandro Buongiorno ne ha festeggiati 23 il 6 giugno. Sono i tre titolari schierati da Ivan Juric la settimana scorsa contro il Cittadella in Coppa Italia - vittoria per 4-0 e qualificazione agli ottavi - e l’altro ieri a Udine, nella trasferta che ha segnato il ritorno al successo del Toro in campionato dopo quarantotto giorni. A fare da trait d’union alle due partite ci sono anche Pietro Pellegri - a segno in entrambe le circostanze - e Samuele Ricci, che di anni ne hanno 21. Insomma, la Generazione Z, ovvero quella di chi è nato dopo il 1999, è stata protagonista della rinascita granata dopo il periodaccio che ha prodotto quattro sconfitte in cinque gare, compresa quella particolarmente dolorosa nel derby, e un principio di crisi che ha destato comprensibili inquietudini. Nel momento della difficoltà, Juric ha tenuto fede alla fama di allenatore abile a lavorare sui giovani e allo stesso tempo coraggioso nel lanciarli. Serviva dare un segnale alla squadra e l’ha dato nel modo più netto e produttivo. Prima contro un’avversaria di categoria inferiore, contro la quale i rischi sulla carta erano di conseguenza minori e tali si sono rivelati nei fatti, visto l’esito della serata di Coppa, nella quale, tra l’altro, non solo il Toro non ha subito reti, ma Schuurs e Zima hanno realizzato il terzo e il quarto gol, che ha significato per entrambi la prima soddisfazione personale con la maglia granata. E poi in una trasferta delicatissima, sia per i risultati negativi da cui proveniva la squadra in campionato, sia perché l’Udinese ha il quinto miglior attacco della Serie A, sia perché fino a domenica aveva perso soltanto alla prima giornata contro il Milan.

Il Torino punto sulla linea verde

Morale, la difesa schierata da Juric nelle ultime due partite aveva un’età media di 22 anni, sia pure ancora per poco: ma anche quando, a novembre, diventerà di 23 non cambierà certo la sostanza. E non lo cambia neppure il fatto che contro il Milan sia più che probabile un nuovo rimescolamento delle carte con il rientro di Rodriguez a sinistra e magari di Djidji a destra e la conferma di Schuurs in mezzo. E, addirittura, importa relativamente poco in un discorso che non può e non deve essere a corto raggio l’erroraccio commesso da Zima a Udine, quella sciagurata palla regalata a Udogie che ha poi permesso a Deulofeu di segnare l’1-1. Perché la crescita passa anche attraverso incertezze e sbavature, e, certo, meglio ancora se alla fine dei novanta minuti risultano infinfluenti. Dopodiché è evidente che oggi, alla ripresa degli allenamenti in vista della partita contro i campioni d’Italia, Juric tornerà a sottolineare l’assoluta necessità di invertire questa tendenza che ha caratterizzato colpevolmente la prima parte della stagione. Troppe volte il Torino non ha raccolto quanto avrebbe meritato a causa di incertezze individuali che sono costate parecchi punti in classifica. D’accordo, fanno parte del gioco, tuttavia davvero tante sono state le nefandezze anche per un gruppo che ha una base green. Ma quando si parla di progettualità, termine di cui tanti si riempiono la bocca senza poi avere la forza e la capacità di trasformarlo in realtà, si sa che di certi aspetti bisogna tenere conto. E vincere a Udine con mezza squadra composta da under 23 ha un valore che rafforza i tre punti così preziosi per la classifica.

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