Il Torino dei capitani decisi e silenziosi

Buongiorno, Rodriguez e Djidji nuovi simboli: in tre hanno ereditato la fascia di Lukic
Il Torino dei capitani decisi e silenziosi

TORINO - Figli del Toro, capitani designati e leader silenziosi. Nella prima parte di stagione la squadra guidata da Ivan Juric ha trovato nuovi simboli. Dopo gli addii di Belotti e Bremer, a caricarsi sulle spalle il gruppo – e a indossare la fascia da capitano – sinora sono stati Sasa Lukic, Ricardo Rodriguez, Alessandro Buongiorno e Koffi Djidji. Quattro senatori, a cui si aggiungono Vanja Milinkovic-Savic e Karol Linetty. Il primo a vestire i panni da capitano è stato proprio Lukic, reduce da una stagione entusiasmante (la migliore in carriera) e sostituto naturale di Belotti e Bremer agli occhi dei tifosi.

Il dopo-Lukic

Ufficialmente, però, l’avventura da capitano di Lukic è durata una sola partita, quella di inizio agosto in Coppa Italia contro il Palermo. Il motivo? La spaccatura tra il calciatore e la società sul rinnovo di contratto – che continua a tenere banco - quando all’esordio in campionato contro il Monza mancavano poche ore. Con Lukic out la fascia è passata sul braccio di Rodriguez, per distacco il calciatore con più esperienza internazionale della rosa. «Mi ha conquistato dal primo ritiro – le parole di Juric prima del derby -, è silenzioso ma la sua parola vale e gli altri lo ascoltano». Frasi che confermano la naturale predisposizione a essere leader del difensore svizzero, tra i più influenti anche nello spogliatoio della sua Nazionale, con cui si appresta a giocare il Mondiale in Qatar. «Essere capitano è una nuova sfida per me» ha detto poche settimane fa l’ex Wolfsburg, sottolineando l’orgoglio di guidare il Toro. Nelle 10 occasioni in cui è sceso in campo dal primo minuto in campionato, Rodriguez ha sempre portato la fascia al braccio, compattando la squadra nei momenti più difficili. A sostituirlo, nelle occasioni in cui è stato indisponibile o è subentrato dalla panchina, sia in campo sia nel ruolo di capitano, è stato Buongiorno.Su quest’ultimo le impressioni positive fanno il paio con le aspettative: il classe 1999, infatti, è cresciuto a pane e Toro e ha fatto tutta la trafila nel settore giovanile. Nell’immaginario dei tifosi (ma non solo) Buongiorno diventerà quel capitano con il dna granata che manca da troppo tempo. Intanto il difensore continua a crescere e a “rubare” i segreti ai compagni più esperienti, Rodriguez e Djidji su tutti. Proprio il franco-ivoriano è stato l’ultimo in ordine di tempo a indossare la fascia, domenica scorsa nel secondo tempo della sfida contro la Roma, quando Buongiorno ha lasciato il campo (Rodriguez è subentrato dalla panchina). Su di lui, come sugli altri cinque “capitani”, Juric farà affidamento per la crescita, nella personalità ma anche negli obiettivi, del suo Toro.

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