Buon compleanno Toro: il primo gol nel derby e altre storie

La rete di testa di Ferrari-Orsi, eroe caduto nel 1942 a El Alamein, e quella lettera del 1907 a Morelli di Popolo: che poi nel 1919 salvò il Toro
Buon compleanno Toro: il primo gol nel derby e altre storie

La nostra storia comincia il 13 gennaio del 1907, quando il neonato Foot Ball Club Torino (frutto il 3 dicembre del 1906 della fusione tra il Football Club Torinese e un ampio numero di dirigenti e giocatori fuoriusciti dal Foot-Ball Club Juventus) disputa il suo primo derby. È la terza partita dei neonati granata, dopo le vittorie del 30 dicembre 1906 (Pro Vercelli-Torino 1-2) e del primo gennaio 1907 (Torino-Genoa 5-0). Al 20° minuto di quel derby, Federico Ferrari-Orsi va a segno di testa: è il primo gol alla Juve nella storia del Torino e sarà anche l’unico firmato con la maglia granata da quel centromediano di 20 anni, che nel 1909 lascerà il calcio per dedicarsi alla carriera militare, poi lunga e pluridecorata. Citiamo dalle cronache del tempo, un breve stralcio: «Nella prima ripresa, il Torino segna un goal con un ben assestato colpo di testa di Ferrari in seguito ad un corner» (La Stampa, 14 gennaio 1907). Nel secondo tempo, Hans Kempher e il bianconero Ernesto Borel fissarono poi il risultato finale in un 2 a 1 per i granata. Ma chi è Federico Ferrari-Orsi? Qui ci facciamo aiutare da Vittorio Pozzo, tra i pionieri del Torino nei primi anni del club, allenatore e dirigente, giornalista, futuro ct campione del mondo nel 1934 e nel ‘38. Ecco altri stralci, stavolta tratti da un suo articolo pubblicato dopo la morte di Ferrari nella Seconda guerra mondiale (18 ottobre 1942; saltò su una mina durante una perlustrazione pochi giorni prima della seconda battaglia di El Alamein): «Ferrari era noto come uno dei nostri più valorosi ufficiali generali». E da giovane «era stato un valentissimo giuocatore (...). Aveva giuocato a lungo nel F.C.Torinese (...) e più tardi nel Torino (...). Fu anche consigliere del Torino nelle stagioni 1906-1907 e 1907-1908 (...). Fu, tra l’altro, uno dei 5 italiani su 23 amatori del giuoco del football che la sera del 3 dicembre 1906 (...) formarono il Torino». Nel 1942, Ferrari aveva già collezionato numerose medaglie al valore per i suoi atti di eroico combattente fin dal primo conflitto mondiale, scalando la gerarchia militare tra continui successi sul campo. Dal 1936 era generale. Nel 1942 comandava il X Corpo d’armata operante sulla frontiera meridionale egiziana. Dopo la morte a El Alamein, fu insignito alla memoria della Medaglia d’oro al valor militare. Nel Museo Storico Nazionale della Cavalleria a Pinerolo sono conservati suoi documenti e cimeli: nei primi Anni 30 aveva infatti diretto da colonnello la celeberrima Scuola di Applicazione di Cavalleria.

Gli altri meriti di Ferrari-Orsi

Ma della neonata epopea granata Ferrari-Orsi non rappresenta solo un caposaldo per il suo impegno di cofondatore e giocatore, oltretutto autore del primo gol granata nella storia dei derby. Va ascritto a suo merito anche l’aver cooptato e promosso in prima squadra Vittorio Morelli di Popolo: pioniere granata nelle giovanili fin dalla nascita del club, quindi calciatore in prima squadra (149 presenze e 24 gol), poi allenatore e dirigente ai vertici della società per più decenni. Nel 1919, in particolare, Morelli di Popolo riuscì a salvare nei fatti il Torino da morte prematura, individuando e ottenendo con i suoi uffici un nuovo campo da gioco, tra mille difficoltà: in caso contrario, la diaspora dei giocatori avrebbe segnato la fine del Toro, dopo appena 13 anni. Grazie al nipote di Vittorio, Marco Morelli di Popolo, di cui dobbiamo ancora una volta elogiare l’amore e la cura storiografica con cui ha studiato e conserva la sterminata documentazione scritta lasciatagli dal nonno, abbiamo ora potuto leggere una lettera vergata a mano da Ferrari-Orsi, datata 5 ottobre 1907: e destinata, per l’appunto, a Vittorio Morelli di Popolo. Rileggiamone alcune parti, 95 anni dopo: «Carissimo Morelli, ho aspettato sino ad ora a rispondere alla tua lettera per poterti dire qualcosa di certo; questa sera abbiamo avuto la prima seduta (...). Vi sono molte novità (...) nella squadra nostra (...). Tu sarai fisso in prima linea al posto di Kempher (...). Abbiamo quindi bisogno di te. Scrivimi subito per favore quando potrai venire (...). La grande novità te la spiegherò meglio a voce, sappi solo che si deciderà assai probabilmente d’escludere gli stranieri dai campionati (...)», eccetera eccetera. «Un saluto affettuoso». Buon compleanno, caro vecchio Toro.

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