Praet-Torino, la chiave è ancora Boga

Il Leicester pensa sempre all’attaccante dell’Atalanta: se arriva, per i granata si sblocca la strada che riporta il belga da Juric

TORINO - In estate Dennis Praet era stato a mezzo passo dal ritorno al Torino: il mezzo passo non compiuto da Jeremie Boga al momento di ringraziare per le lusinghe, ma eludere il richiamo del Leicester. Una decisione forse rimpianta dall’esterno offensivo ivoriano, per quanto ha detto il campionato. L’Atalanta si è affidata a Lookman - 7 gol in 15 presenze - mentre a Boga non sono rimasti che scampoli. Mai più di mezzora: 6 gare con meno di dieci minuti a prova tra Monza, Napoli e Inter. Ciò che in estate è rimasto abbozzato potrà fiorire a gennaio: Boga è scontento dei meno di novanta minuti totali avuti a disposizione in 6 gare, Praet rivorrebbe il Toro per riprendere il dicorso interrotto con Juric e non essendo un inamovibile, nel Leicester (7 presenze). Vagnati torna nella posizione assunta in estate, quella di attesa. Consapevole che i costi per il cartellino sono scesi, rispetto a mesi fa, ma che dall’attuale richiesta di nove in sede di firma si potrà magari scendere a otto, non tanto più in basso. Lui, il trequartista che agisce tra le linee di centrocampo come nel Toro sta iniziando a fare Miranchuk - ma i due restano diversi, per tempi e geometrie della giocata - rinuncerebbe intanto a un milione, per tornare in granata.

E se Praet sfuma…

Per essere protagonista come al primo anno di Juric, quello di una risalita dopo due anni bui affrontata con il belga ad agire da offensivo di destra. Resta ancorato a Praet, il dt granata, ma mantiene il radar acceso anche per cogliere eventuali altre opportunità. Dovesse tramontare come successo l’ultimo giorno del mercato estivo l’affare con il club inglese per l’ex della Samp. E così si torna alle valutazioni su Diego Rossi del Fenerbahce. Idea maturata tornando sul vecchio obiettivo Joao Pedro, poi infortunatosi e uscito di scena. Resta il fatto che a Juric serva un quarto interprete, per le corsie d’attacco. Uno è assieme a Schuurs e Ricci il punto fermo della squadra: Nikola Vlasic è il «pitbull», quello che non si ferma mai nonché il bomber principe della squadra. Giocatore oltretutto di fine intelligenza calcistica: dà il meglio di sé se partendo dalla corsia può accentrarsi, ma all’occorrenza è anche il centravanti della squadra. Poi c’è Miranchuk che sempre più è dentro il Toro, e Radonjic che il Toro sa accenderlo, se la giornata non è da andazzo svogliato. Seck e Karamoh sono fin qui lontante alternative. Praet, Rossi o un prossimo profilo destinato a entrare tra gli obiettivi: a questa squadra un rinforzo per le corsie comunque serve.

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