Torino, Radonjic è pronto a fare la punta

ll serbo invece è in grande forma  e può prendere il posto di Sanabria
Torino, Radonjic è pronto a fare la punta© Marco Canoniero

TORINO - Nessuno gli potrebbe mai assegnare il numero 12, dedicato alla Curva Maratona. Ma dal punto di vista tecnico-tattico Nemanja Radonjic si può definire il dodicesimo uomo di Ivan Juric. Un ruolo molto prezioso in tantissime squadre. Una sorta di titolare aggiunto, che quando chiamato in causa spesso riesce a pungere. Questo è il destino del trequartista serbo, che davanti si ritrova due giocatori come Miranchuk e Vlasic, al momento pedine inamovibili o quasi. Alle loro spalle, però, c'è un Radonjic che scalpita. Tornato dai Mondiali - dopo essersi lasciato indietro la grande delusione dell'eliminazione ai gironi della sua Serbia - il ragazzo si è presentato tirato a lucido. Niente rilassamento da vacanze, anzi è più sul pezzo adesso rispetto a quest'estate, quando si è affacciato per la prima volta al mondo Toro. Le ultime due amichevoli, quelle contro Cremonese e Monza, hanno messo in risalto una condizione fisica ottimale per affrontare la seconda parte di stagione. A Torino ha messo a sedere più volte la fascia destra dei grigiorossi, mentre all'U-Power Stadium col pallone fra i piedi ha sempre fatto ciò che voleva. Come l'assist illuminante per il secondo gol di giornata, firmato Mergim Vojvoda. Il passaggio smarcante, che ha permesso al kosovaro di aprire il compasso, porta la sua illustre firma.

Radonjic c'è

Radonjic c'è, a tutti gli effetti. E ha un ritmo partita che gli consentirà di mettere un po' di pressione non soltanto a Miranchuk e Vlasic, stimolati dalla serrata competitività sulla trequarti, ma anche a Sanabria. Già, perché l'ex Marsiglia può essere utilizzato da punta. Con effetti che possono essere micidiali, vista l'imprevedibilità che riesce a dare alla manovra offensiva del Toro.  La giocata risolutiva è sempre più spesso quella di Radonjic, che vede varchi che altri nemmeno riescono ad immaginare. Il suo talento è purissimo e quest’anno è anche riuscito a trovare una discreta continuità, che non a caso gli ha consentito di volare in Qatar. Li ha recitato da gregario, al Toro è un protagonista, pur da dodicesimo. Alla lunga la sua duttilità in avanti può fare la differenza, per questo Juric se lo tiene stretto. Anche coi suoi difetti: deve, infatti, migliorare la capacità di stare sempre dentro la partita. Pure col pallone lontano, pure senza il fiato sul collo della difesa avversaria. I suoi numeri hanno stregato anche Walter Sabatini, uno che mangia pane e talenti a colazione. Nel 2014, quando lo portò alla Roma, disse: «Se su questo ragazzo mi sbaglio, venitemi a cercare. Ha qualità immense e con il tempo lo vedrete tutti». E recentemente, nella lunga intervista concessa a Sos Fanta, Sabatini ha raccontato qualcosina in più su Radonjic: «Alla Roma non abbiamo capito che si trattava di un ragazzino che andava accompagnato, curato e ben voluto. Lui si è un pochino perso nonostante le qualità eccellenti. Quando Radonjic stacca la palla, l’erba brucia. Sono stato molto contento quando il Toro lo ha preso. Ho visto che è riuscito a fare delle buone partite, ma vedo che c’è ancora tanto lavoro da fare per lui perché deve trovare una disciplina tattica più evoluta. Rimane un giocatore fortissimo». Sabatini si assicurò un ragazzo che, in Serbia, era considerato un possibile erede di Cristiano Ronaldo. Un talento sconfinato, che dopo aver sbagliato più volte sentiero adesso ha trovato il Toro. Un club che ha creduto in lui quando in pochi avrebbero scommesso ancora sulle sue qualità. Ora se lo gode Juric, tentato di consegnargli una maglia da titolare contro il Verona. Magari al posto di Sanabria, per comporre un attacco leggero insieme a Miranchuk e Vlasic.

 

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