Torino, per Milinkovic-Savic un ritorno da immacolato

Nei tre test succesivi al Mondiale, Vanja non ha incassato neanche un gol: in ballo c'è il rinnovo oltre il 2024

TORINO - Nell’ultimo anno e mezzo è migliorato, lavorando sodo al Filadelfia per aggiungere a quel calcio lungo che spesso è assist per gli attaccanti altre qualità più specificatamente legate al ruolo di portiere: Milinkovic-Savic è tornato a Torino caricato dall’esperienza al Mondiale, e sereno del fatto che Juric in granata abbia la ferma intenzione di continuare a puntare su di lui. E i prossimi mesi saranno decisivi, per il destino di Vanja nel Toro: il contratto è in scadenza nel 2024, e il prolungamento dipenderà dalle prestazioni nelle settimane a venire. Il prologo, cioè il rendimento offerto nelle amichevoli cui ha preso parte in questa pausa invernale, è più che confortante: tre presenze e nessun gol subito. Il primo test il 16 dicembre contro l’Almeria, dopo aver raggiunto il gruppo agli ordini di Juric nel ritiro spagnolo di San Pedro del Pinatar (assieme ai compagni di Nazionale Sasa Lukic e Nemanja Radonjic). Già nella prima uscita post Qatar, e dopo che nella precedente amichevole contro l’Espanyol aveva utilizzato Berisha (0-0 il finale), il tecnico croato ripropone Vanja quale portiere titolare: il serbo resta in campo fino al 22’ della ripresa, dopodiché al suo posto entra Berisha. Ed è l’albanese, che a due minuti dal fischio finale subisce il gol del definitivo 1-1 segnato da Ramazani. Esaurita la parentesi spagnola - dove il Toro si è potuto allenare godendo di temperature ben più miti di quelle che i avrebbe trovato al Filadelfia - i granata hanno fatto rientro alla base. Preparandosi al ritorno in campo contro il Verona anche grazie ad altre due prove contro Cremonese e Monza: con i grigiorossi Milinkovic è nuovamente schierato dall’inizio, e anche per la sterilità offensiva della squadra di Alvini mantiene la porta inviolata, come fa pure Berisha quando entra a un quarto d’ora dalla fine (0-0 il finale). A Monza la storia si ripete: il serbo parte, l’albanese subentra a inizio ripresa. E il gol arriva al 29’ della ripresa (Caprari su rigore). Una serie di partite senza reti incassate, a differenza di un Mondiale nel quale Milinkovic non ha demeritato pur subendo 8 gol in 3 partite.

I numeri di Vanja

Nel Toro, fin qui in A, in 15 gare ha invece raccolto nella propria rete 17 palloni. Limitando, rispetto alla passata stagione, gli errori. In granata non ha ancora quella sicurezza che gli potrà far compiere un ulteriore salto di qualità, però nel passaggio breve è più preciso, e nelle uscite sta trovando quei tempi di intervento che gli facevano difetto. Come è migliorato negli ultimi 18 mesi, allo stesso modo potrà ancora crescere nei prossimi. Anche velocizzando quella discesa sulle palle rasoterra che, per un portiere alto più di due metri, non è un movimento spontaneo. Se il portiere che ha incassato una serie di delusioni tra l’Ascoli e la Spal, come all’estero nello Standard Liegi saprà continuare lungo la strada intrapresa nell’ultimo anno e mezzo con Juric, allora tra qualche mese si potrà scrivere di un portiere sbocciato. E conseguentemente legato al Toro da un contratto con durata superiore al 2024. Intanto alla situazione di Berisha è legata quella del terzo portiere Gemello. In granata quest’ultimo ha pochissime chance, e vista la giovane età sarebbe opportuno mandarlo a giocare. Il 22enne ha però il contratto in scadenza nel 2023, quindi prima dovrebbe rinnovare. Con Berisha che ha espressamente chiesto di essere ceduto («Mi aspettavo di giocare di più, ora voglio una squadra che mi dia fiducia», aveva dichiarato a margine dell’amichevole tra Albania e Italia di metà novembre), e Gemello che merita di testarsi da titolare nella serie inferiore, Vagnati a gennaio potrà andare su un vice Milinkovic. L’identikit: esperto e a basso costo.

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