Torino, Juric voleva Cheddira già ai tempi di Verona

Il club granata cerca l’intesa con il Bari, che intanto tratta Pavoletti del Cagliari. L’alternativa per l'attacco è Shomurodov

A Mantova se la ricordano eccome, la storia. Anche perché i buoni rapporti tra il club lombardo e il Verona rappresentavano già allora una piattaforma ideale per operazioni di mercato tra le due società. Dobbiamo tornare indietro alla stagione 2020- 2021. Ivan Juric allenava la squadra scaligera, mentre Walid Cheddira era passato a settembre inoltrato al Mantova in prestito con diritto di riscatto: mercato aperto più tardi del normale per via dell’epidemia da Covid. A fine gennaio, in extremis, era stato preso sempre in prestito dal Lecco: Cheddira aveva lasciato l’Arezzo, dopo 13 presenze in C. Cambiava squadra, non campionato. Ma con i lombardi riuscì appena a disputare due partite, prima della sospensione dell’attività. Così, 7 mesi dopo, approdò a Mantova con una carica doppia: la voglia di emergere una buona volta e di dare un senso anche a quel girovagare in affitto che perdurava già dal luglio del 2019, quando il Parma lo aveva acquistato dai dilettanti della Sangiustese (provincia di Macerata) per girarlo subito agli aretini. E in quella stagione a Mantova, effettivamente, Cheddira riuscì a decollare. Trovò un allenatore, Emanuele Troise, oggi tecnico della Cavese, che si innamorò ben presto del marocchino e delle sue doti di jolly offensivo: attaccante centrale, ma anche seconda punta con vocazioni da ala. Un eclettismo tattico molto funzionale, che portò Cheddira a diventare il giocatore più utilizzato tra tutti quelli in rosa. Ben 38 gettoni nella regular season con 9 reti come bottino, più che lusinghiero. E senza neanche considerare i gol fatti segnare ai compagni, tra assist e spazi aperti con i suoi movimenti. Il Mantova arrivò ai playoff, Cheddira salì a 39 presenze, ma senza riuscire a buttarla ancora una volta dentro. E l’8 maggio la sconfitta con il Cesena (eliminazione diretta) tranciò di netto il sogno della Serie B. Lombardi out, tanti saluti. Ma tanti saluti, a fine mese, disse anche Juric: al Verona, dopo un biennio, ottenendo la risoluzione anticipata del contratto per approdare a Torino. E in quel momento, nei fatti, terminò anche un altro sogno per Cheddira.

Il sogno sfumato

Ovvero di venir acquistato proprio dai gialloblù attraverso un riscatto inizialmente a carico del Mantova. I segnali sul mercato arrivati tra l’inverno e la primavera sembrano infatti ben più che un’indicazione come tante. Juric a Mantova aveva allenato con successo nel 2014-2015 e conservava ancora molti amici: e uno di questi gli aveva parlato bene di Cheddira. Ma anche nella rete dei collaboratori del ds dei veneti, Tony D’Amico, c’era stato chi si era accorto subito delle doti di quel 23enne italo-marocchino di proprietà del Parma. Segnava e faceva segnare, era veloce, sapeva svariare su tutto il fronte offensivo e, data la versatilità tattica, poteva risultare un innesto ideale per il 3-4-2-1 di Ivan: cominciando dalla panca, per poi emergere. D’Amico e Juric avevano ripetutamente mandato osservatori a seguirlo dal vivo. Dello stesso ds ricordano un blitz mirato, a Mantova. Erano anche già fioccati i dialoghi tra i club, mentre Cheddira e il suo storico agente, Bruno Di Napoli, restavano alla finestra. Però quella strada che poteva parere in discesa si ruppe quando Juric decise che a Verona non aveva più stimoli. E col trasferimento a Torino il tecnico potè ragionare su obiettivi di mercato di maggior esperienza e importanza. Inevitabilmente, l’interesse di Ivan per Cheddira si chiuse lì. Congelato, diciamo così.

Un interesse rinnovato

E oggi si è riaperto, più vivo che mai. Perché poi il marocchino fu ceduto al Bari, dove con 6 gol contribuì al ritorno in B dei pugliesi. Che nella scorsa estate investirono appena 380 mila euro per riscattarlo dal Parma. L’esplosione di questi mesi (10 reti e 5 assist-gol in 13 presenze in campionato, più altre 5 reti in 3 partite di Coppa Italia) e la partecipazione ai Mondiali hanno portato Cheddira a conoscere un’epoca d’oro mai vissuta prima. Con consequenziali riflessi già su questo mercato di gennaio. Non solo il Torino (cui serve assolutamente un rinforzo in attacco) si è interessato al marocchino. Juric ha riannodato quel filo dei tempi veronesi. E Urbano Cairo e Davide Vagnati riconoscono del giocatore anche l’ottimo rapporto qualità/prezzo. Nei piani granata si parla di un’operazione da 5 milioni, con la possibilità di oliarla con l’aggiunta dei prestiti dell’ala Demba Seck o del terzino Brian Bayeye. Il tutto, mentre il Bari, toh, ha appena aperto un canale col Cagliari per l’attaccante Leonardo Pavoletti (4 reti in 16 presenze in questo campionato di B), in scadenza già nel ‘24. Invano, i pugliesi avevano tentato un assalto a Pavoletti a fine agosto. Ora ci stanno riprovando. E così scatta automaticamente un riflesso più condizionato che incondizionato: il centravanti cagliaritano, non più in prima fila nei piani rossoblù con l’arrivo di Claudio Ranieri, può dunque rappresentare per il Bari un sostituto più che degno (e pure più economico) in caso di cessione di Cheddira sull’altare di una plusvalenza super. Il romanista Eldor Shomurodov resta intanto una delle alternative più sondate dal Torino, purché però la Roma sia disposta a cederlo in prestito con un diritto e non un obbligo di acquisto.

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