Torino-Salernitana: errori shock, pali e Ochoa super. Fallito di nuovo il salto in alto

L’ingresso di Piatek e il clamoroso svarione di Vojvoda rimettono in corsa la Salernitana: inutile l’assalto finale
Torino-Salernitana: errori shock, pali e Ochoa super. Fallito di nuovo il salto in alto© www.imagephotoagency.it

SALERNO - Ai punti nemmeno un giudice corrotto avrebbe potuto negare la vittoria al Torino. I granata hanno dominato il primo tempo, costruito una decina di chance per segnare, ma ne hanno concretizzata soltanto una. Quindi hanno avuto un quarto d’ora di blackout a inizio ripresa, dopo il quale si sono rianimati non producendo la pressione dei 45’ iniziali, ma procurandosi comunque un altro paio di occasioni per ripassare in vantaggio. La Salernitana ha approfittato del suddetto quarto d’ora per trovare il pareggio con Vilhena, arrivato anche a causa di un nuovo, decisivo errore di Vojvoda. Sul folle andante, quanto si è visto all’Arechi, annessi il quarto d’ora di attesa supplementare causa problemi al Var che ha contribuito a cambiare l’inerzia della partita e la svista dell’arbitro Colombo, che ha fischiato un inesistente fallo a Vlasic lanciato a rete. Episodi che tuttavia il Toro avrebbe potuto derubricare a fastidi, se solo il primo tempo fosse stato chiuso sul 3-0, risultato fin stretto per il numero di occasioni create. In estrema sintesi: al 9’ Sanabria non arriva di testa, pallone sui piedi di Zima che di tacco inaugura il pomeriggio di grazia di Ochoa; al 12’ Radonjic calcia sul migliore della gara per distacco vanificando un assist di Lukic; al 20’ il messicano mura Vlasic lanciato da Vojvoda; al 31’ Buongiorno mette fuori per centimetri di testa su angolo di Lazaro; al 35’ Ochoa para a mano aperta su Lukic; al 40’ ancora l’ex Club America stoppa Vojvoda; non può mancare il palo, colpito da Schuurs al 43’ ancora grazie a una deviazione aerea su cross di Lazaro. E il conto sarebbe potuto essere più lungo, se alcune azioni fossero state meglio rifinite (qui l’imputato è in particolare Radonjic). Cosa manca? Il gol (36’ pt): assist del terzino austriaco e tuffo di testa vincente di Sanabria, al terzo gol in campionato dopo quelli di Monza e Napoli.

Il Toro crolla

Poi è arrivato l’intervallo, le urla di Juric che non hanno sortito l’effetto sperato, e quelle magari più leggere di Nicola, che invece hanno avuto effetti positivi sui campani. La svolta arriva anche dall’ingresso di Piatek, il quale dà tutt’altro peso all’attacco della Salernitana, svelta a pungere con Dia al 2’ (parata a terra di Milinkovic), chirurgica nel superare il serbo al 4’: Vojvoda sbaglia e innesta Vilhena, che dal limite infila per l’1-1. E questa volta, a differenza della prova contro il Verona, nulla si può imputare in tema di scelte di formazione. Non ha sbagliato Juric a dare fiducia a Radonjic, ma è Radonjic che ha dimostrato di non meritarla. In primis per l’atteggiamento tendente allo scazzato. E certo non avrebbe dovuto impiegare Bayeye al posto di Vojvoda (ma nemmeno Rodriguez che quando è entrato a sinistra ha fatto molto bene): anche qui, la responsabilità è tutta del kosovaro. Dopo l’errore del quale, tuttavia, il Toro avrebbe potuto ripassare avanti. Ma prima Colombo blocca ingiustamente Vlasic lanciato a rete, poi ancora Ochoa salva su Miranchuk, quindi Sanabria e Singo non arrivano di un soffio a deviare in porta il cross di Rodriguez. Ne manca di nuovo un pezzo: il palo dello svizzero (Ochoa devia) a 5’ dal termine. La beffa - assurdo per assurdo - sarebbe anche potuta essere più bruciante, per Juric, quando Piatek ha calciato a pochi centimetri dal palo. A tutto c’è però un limite, anche alle beffe che il Toro sa regalarsi con disarmante continuità.

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