Toro, aggrappati al campionato per evitare la mediocrità: tutti ci devono credere!

In questa A mai vinte tre gare di fila, in Coppa si va dall’entusiasmo di Milano alla delusione di Firenze. La risposta deve arrivare già domenica con l’Udinese
Toro, aggrappati al campionato per evitare la mediocrità: tutti ci devono credere!© Getty Images

TORINO - Come un centometrista che, a un passo dal podio, agli 80 metri si affloscia e finisce la corsa in posizione anonima. Il Toro si sta comportando così in ogni ambito. In campionato, ad esempio, i granata non sono mai riusciti a prodursi in uno scatto tale da mettere assieme tre vittorie di fila. Ci sono andati molto vicini all’inizio: vittorie a Monza alla prima giornata e a Cremona alla terza, intervallate dal pari interno contro la Lazio. Un’occasione si è presentata a inizio 2023, ma non è stata sfruttata. La squadra arrivava dal successo interno contro la Samp e dal pari con qualche rimpianto di Roma. Gara, quest’ultima, che si è disputata il 13 novembre, prima che la Serie A venisse stoppata dal Mondiale. Tuttavia contro Verona, Salernitana e Spezia - con il Toro che ha giocato due partite su tre in casa - sono arrivati appena 2 punti. La delusione massima contro gli spezzini: complice anche la stanchezza accumulata nel turno di Coppa Italia a Milano terminato ai supplementari quattro giorni prima, i granata si presentano all’appuntamento stanchi e con le idee annebbiate. Un peccato, visto che in tema di entusiasmo alimentato e poi spento un successo contro gli spezzini avrebbe potuto iniettare una bella dose di autostima. Già solo pensando al fatto che, superando lo Spezia, il Toro avrebbe avuto tre punti in più. Ergo, avrebbe potuto traguardare la prova di domenica in casa contro l’Udinese da una posizione di vantaggio, con un +1 in classifica rispetto ai friulani (la classifica vede invece i bianconeri davanti ai granata di due lunghezze).

Il Toro e la Coppa Italia

Emblematica è poi la Coppa Italia, nel restituire l’immagine di una società stabilizzata nell’anonimato. Con i risultati della squadra che ne sono inevitabile conseguenza. Triste, rimarcare come dal 2005-06 in avanti i tifosi non abbiano potuto godere di meglio che di un quarto di finale. Un “obiettivo” oltretutto raggiunto in quattro occasioni soltanto, visto che nelle altre quattordici lo stop è arrivato in turni precedenti. Questa volta il rimpianto è pure più pungente del solito, tenuto conto del fatto che una vittoria a Firenze avrebbe aperto a una semifinale di andata e ritorno contro la Cremonese. Avversaria alla portata di un Toro che avrebbe avuto ampie chance di regalarsi la finale. Niente da fare, in Coppa si è vista tutt’altra gara rispetto a quella in campionato del 21 gennaio. Una prova, l’ultima in ordine cronologico, viziata dalle dinamiche di mercato. Chiuso il giorno prima con la partenza di Lukic e l’arrivo di Ilic. Con Juric che, nella partita più importante della stagione, si è così ritrovato senza un leader tecnico e con un Ilic appena ricevuto e non impiegabile dall’inizio. Anche quando si guarda al mercato, il Toro è specialista nel soffocare ogni slancio. Probabilmente, se l’offerta da 1,5 milioni l’anno più 500 mila euro al momento della firma fosse stata recapitata all’entourage di Lukic sul finire della scorsa estate, adesso il tecnico croato disporrebbe di entrambi i centrocampisti serbi. Se Bremer evidentemente non era più confermabile, Lukic non è andato al Real Madrid a guadagnare 5 milioni l’anno. Muovendosi con lungimiranza, sarebbe ancora una risorsa del Toro. Che a Firenze non ha perso per la mancanza del neo acquisto del Fulham, ma che qualche chance in più con Lukic in campo l’avrebbe avuta. Il solito cane che si morde la coda in un vortice senza fine.

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