Toro, non solo rinforzi: cosa ha chiesto Juric alla società

Il futuro del tecnico passa attraverso un bel girone di ritorno, il rendimento di Miranchuk e Vlasic e il passaggio alla fase due: aggiungere elementi, non sostituire
Toro, non solo rinforzi: cosa ha chiesto Juric alla società© LAPRESSE

A fine gennaio, per 2 giorni, il Dopolavoro Ferroviario di Torino ha aperto le sue sale al pubblico (centinaia e centinaia di visitatori, adulti e bambini: una risposta eccezionale) per mostrare il frutto di anni di impegno e passione: il plastico dei trenini più ampio e ricco d’Italia, l’esposizione di uno dei più grandi modellini ferroviari, 100 metri quadrati di paesaggio attraversato da 250 metri di binari, percorsi da 20 treni. Tutto in scala: ma moltiplicate al cubo la cura dei dettagli, la pazienza nella realizzazione. Aggiungendo un pezzo dopo l’altro, non solo sostituendo le parti usurate o meno interessanti. Vale come principio, come morale. Non si tratta certo di paragonare le mele con le pere, la gestione di una squadra di Serie A con una passione dopolavoristica. Si tratta di trasmettere un’idea: qua, su carta, un’evocazione. Là, a Milano negli uffici di Cairo, una strategia. Un’aspirazione. Una linea di condotta. Un percorso. Un senso. «Ma sembra che interessi soltanto galleggiare», disse Juric mesi fa. E dopo l’ultimo summit con Cairo e Vagnati, il 19 gennaio: «Ci siamo detti le cose in maniera anche dura, ma con onestà. Per cui è stato un incontro positivo, che ha lasciato qualcosa. L’intenzione è condivisa, si vuol fare crescere il club, però andranno valutati gli atti concreti».

Il futuro di Juric al Toro

Il futuro di Ivan passa attraverso la disputa di un bel girone di ritorno. Tranne casi più unici che rari, nel mondo del calcio esiste solo la convenienza. E Juric rende. Poteva gestire meglio la squadra in alcune partite, tra il campionato e l’ultima in Coppa a Firenze? Può darsi, sì, certo. Ma in ogni caso sta continuando a rendere. Dalla zona retrocessione al 10° posto, il 1° anno. Dal 10° posto al 7° potenzialmente dietro l’angolo, oggi. La rivalutazione della rosa prosegue. Si è assistito alla maturazione di Bremer sino alla sua cessione da record, 41 milioni più 9. Il prossimo sarà Schuurs? Per i bilanci Juric si sta dimostrando una gallina dalle uova d’oro, dopo anni di sprofondi in classifica e di superperdite nei conti. Ivan ha dalla sua anche la stragrande maggioranza dei tifosi. Pubblicamente, Cairo ha dimostrato di sopportare ogni genere di critica, in questi ultimi mesi. Mai ha replicato davanti a una telecamera o a un taccuino: piuttosto ha rifiutato i confronti con i giornalisti. Solo elogi per il tecnico. E, da inizio novembre: la proposta di un rinnovo contrattuale oltre la scadenza nel ‘24. Per convinzione, però, indirettamente, anche per mettere alla prova Juric: per capire quanto la rescissione chiesta dal tecnico dopo 2 anni a Verona possa rappresentare un precedente pericoloso, adesso.

Una rosa da non smontare

Non si può solo chiedere: Juric deve continuare a dare, è inevitabile. Traduciamo: un bel girone di ritorno, un piazzamento migliore di quello dello scorso maggio, magari addirittura un 7° posto da preliminari di Conference, tifando per l’Inter in Coppa Italia e ringraziando per le penalizzazioni alla Juventus. Sarebbe un volano positivo, tutto ciò: per le ambizioni e le pretese sia di Cairo, sia di Juric. Che però nell’ultimo summit, allungando lo sguardo, ha anche chiesto di non smontare più la rosa come nella scorsa estate (i mancati riscatti di Mandragora, Brekalo, Praet, in aggiunta agli addii di Belotti, Pobega, Bremer). Una strada può essere riequilibrare i bilanci con una sola cessione eccezionale (Schuurs in Premier, visti i rumours, con una cascata di un’altra quarantina di milioni almeno: cifra realistica, a oggi), blindando però innanzi tutto Buongiorno con Zima, Ricci con Ilic, e riscattando Vlasic, Miranchuk (ammesso ovviamente che continuino a meritarselo) e possibilmente pure Lazaro (tra i migliori, prima dell’infortunio). Significherebbe accettare sì un sacrificio, ma utile a creare finalmente uno zoccolo duro su cui aggiungere rinforzi logici per le esigenze del campo e le disponibilità delle casse. Altrimenti tutto sarebbe da rifare daccapo, come nella scorsa estate: e allora sì che non scommetteremmo un centesimo sulla permanenza di Juric, nel caso in cui bussasse alla sua porta un’altra società con un minimo di ambizioni e nessun problema a pagargli almeno 2 milioni di ingaggio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...