Karamoh, l’uomo delle svolte: dall’Inter al Torino

Nel 2018 cambiò la stagione dei nerazzurri, ora ci riprova con i granata di Juric

TORINO - Appena maggiorenne, in Ligue 1, Yann Karamoh mostrò già una buona parte del proprio repertorio. Vestiva la maglia del Caen. Nella stagione 2016-17, la prima con un ruolo centrale nei grandi, lasciò subito il segno: 5 gol in 35 partite. Così l’Inter si fionda immediatamente sul ragazzo, segnalato da alcuni intermediari francesi a Piero Ausilio, che a sua volta imbecca Walter Sabatini. Allora il calciatore era gestito da Oscar Damiani, uno che in terra transalpina pesca sempre talenti di altissimo livello. Lo convinse lui ad accettare la corte nerazzurra, nonostante Karamoh avesse ancora voglia di restare in Francia. I 6 milioni presentati dall’Inter (brava a battere la concorrenza della Fiorentina), però, fanno sì che il Caen si liberi subito del ragazzo. Un esterno d’attacco con un fiuto del gol non indifferente. Uno di quegli elementi capaci di rubare subito l’occhio di Luciano Spalletti, sopraffino intenditore di giocatori dotati di uno strapotere fisico incredibile. Karamoh ha tutto per far bene in Serie A, ma all’Inter non si aspetta nessuno. Nonostante sia proprio una sua rete a scacciare i fantasmi invernali nel 2018: Perisic e compagni non vincono da 8 partite in campionato e contro il Bologna, l’11 febbraio, una perla di Yann a San Siro nella ripresa ridà un timido sorriso a una squadra che non sembrava più capace di conquistare i tre punti. Da quel momento l’Inter riprende in mano il discorso Champions League e a maggio arriva la qualificazione alla massima competizione europea. Quasi cinque anni dopo, con la maglia del Toro, Karamoh contro l’Udinese segna una rete che può cambiare un'intera stagione.

Alti e bassi

Cosa è successo nel frattempo? I classici alti e bassi di un giovane che arriva in una big, ma che non ha ali abbastanza forti per resistere alla prime prove di volo. Bordeaux, Parma e Karagümrük sono le tappe successive all’esperienza milanese. Tutte con fortune alterne: lampi di genio, ma anche improvvise frenate. In granata, invece, è partito dalle retrovie. E per arrivare fino al posto da titolare contro l’Udinese ha dovuto galoppare. C’è una svolta, nel percorso del ragazzo classe ’98 agli ordini di Juric: il ritiro di dicembre a San Pedro del Pinatar. Con una rosa resa incompleta dalle convocazioni per il Mondiale, Karamoh mangia persino l’erba per trovare la condizione fisica perfetta. La trova e in allenamento vola. In campo gli applausi del tecnico croato sono ripetuti. Ed è lui uno dei motivi per cui Vagnati ha scelto di non rituffarsi su Praet per la trequarti. Il franco-ivoriano ha convinto tutti e si è messo in testa che la sua occasione, con un briciolo di pazienza, sarebbe arrivata. L’ha sfruttata alla grande in Coppa Italia contro la Fiorentina, segnando il gol che acceso i fari sul suo stato di forma. E quando Vlasic ha accusato i primi segnali di stanchezza, Juric non ha avuto dubbi sul sostituto.

L’amicizia con Gemello

Il gol contro l’Udinese è stato voluto fino in fondo, considerando anche le due occasioni che si era fatto murare da Silvestri prima della gioia sotto la Maratona. Uscito dal campo per una violenta botta al naso, ieri ha avuto la notizia che stava aspettando: niente rottura del setto nasale. Bene così: mai come in questo momento Karamoh vuole avere campo libero per correre ancora, senza freni. Fra i segreti della sua crescita, mese dopo mese, c'è anche il fortissimo legame con lo spogliatoio. Ha stretto una bellissima amicizia, per esempio, con Luca Gemello: col portiere, domenica, c'è stato l'abbraccio più bello. Quello che sancisce un rapporto fortissimo, che va al di là del rettangolo di gioco. Domenica, al fischio finale, Yann ha voluto caricare tutto l’ambiente granata: «Sono passati sei mesi con la squadra, mi sono allenato bene e adesso ho la fiducia del mister e dei compagni. Per me è un momento importante, ma dobbiamo fare di più: ora vogliamo inseguire l’Europa». Vagnati in estate ha scommesso su di lui l’ultima fiche del mercato, pagandolo un milione dal Parma e facendogli un contratto annuale, con opzione biennale di rinnovo. Una mossa low cost, per un giovane che sta dimostrando di essere da Toro. Da comprimario, grazie al duro lavoro, è diventato un protagonista.

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