Torino, così Vanja Milinkovic-Savic ha respinto avversari e scettici

Le prestazioni dell’estremo difensore granata stanno lievitando: contro il Milan insegue la seconda partita consecutiva senza subire reti. Mai successo: sarebbe la conferma di un portiere migliorato tantissimo
Torino, così Vanja Milinkovic-Savic ha respinto avversari e scettici© LAPRESSE

TORINO - Vanja Milinkovic-Savic, giorno dopo giorno, sta compiendo passi da gigante. Sì, non è ancora un portiere stilisticamente impeccabile: c’è da limare qualcosa nel posizionamento fra i pali e pure nelle uscite alte, aspetti sui quali sta lavorando tantissimo col preparatore Di Sarno. Ma la maturità che è riuscito a raggiungere in questa stagione racconta molto del percorso di un ragazzo che il Toro ha saputo gestire magistralmente. Il più bravo di tutti è stato Davide Vagnati, perché non lo ha mollato quando sembrava scomparso dai radar granata. Anzi, ha creduto fortemente in lui. Evitando di spendere soldi sul mercato che gli sarebbero serviti in altri reparti. E oggi, dopo un cammino lungo 18 mesi sotto la gestione Juric, il Toro si ritrova in casa un estremo difensore affidabile. Un patrimonio tecnico ed economico, che l’allenatore ha saputo valorizzare al meglio: ne ha fatto le spese Berisha, ma in termini di progettualità la scelta di puntare su Milinkovic-Savic si può considerare vincente. Contro il Milan il serbo insegue un bis importante: se blinda la porta, per la prima volta quest’anno riesce a collezionare due clean sheet consecutivi. Non è mai successo e questo è davvero il momento giusto, quello per consacrare il Toro fra le protagoniste del girone di ritorno. Contro l’Udinese il nazionale serbo ha trasmesso grande sicurezza a tutta la squadra. Ci era riuscito anche contro la Fiorentina in campionato, risultando decisivo nei minuti finali. Vanja oggi è una certezza granata. Ma Juric, anche pubblicamente, non perde mai occasione per spronarlo a fare sempre meglio.

Così alla vigilia del match contro i friulani: «Bisogna provare ad avere ancora più volontà di non prendere gol e magari chiedere a Vanja di rischiare un po’». Si riferiva alle palle inattive a sfavore, nelle quali il Toro spesso viene punito. Milinkovic-Savic lavora per perfezionare questo dettaglio. Non è un caso che lo stesso Juric, al fischio finale contro l’Udinese, lo abbia poi elogiato: «Ci ha dato una grande mano nelle uscite». I granata non vincono a San Siro in campionato da tantissimo tempo, precisamente dal 1985. In panchina c’era Gigi Radice: un destro di Walter Schachner piegò il Milan, esattamente 38 anni fa. Un’eternità, insomma. Ma il Toro di Juric, per tornare all’attualità, ha già dimostrato di poter essere il peggior nemico del Diavolo. Battuto una volta in campionato al “Grande Torino” ed eliminato in Coppa Italia a San Siro ai tempi supplementari dal sigillo di Adopo, al termine dei tempi regolamentari conclusi senza reti. Due prestazioni ottime, ma molto diverse fra loro: il 2-1 del 30 ottobre firmato da Djidji e Miranchuk arrivò nel contesto di una gara praticamente perfetta, con la sola sbavatura dell’uscita a vuoto proprio di Milinkovic-Savic in occasione della rete di Messias. In Coppa Italia, invece, il Toro ha saputo reggere l’urto, anche in inferiorità numerica per l’espulsione di Djidji. Approfittando di un Milan mal posizionato nella circostanza del timbro di Adopo e raccogliendo i frutti di una prova difensiva impeccabile. Anche grazie alle parate di Vanja, fattore determinante per non perdere di vista il treno che porta in Europa. A San Siro serve un’altra impresa, ma questo Toro è capace di tutto.

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