Torino, Linetty leader dei rinati assieme a Singo e Vanja

Con Juric tutti possono sfruttare nuove opportunità. Lo dimostrano le 4 reti nelle ultime 6 gare di Karamoh

TORINO - La cura: «Ti proteggerò dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai». È un passaggio del capolavoro di Franco Battiato che può essere adottato anche per la (p)rosa granata. Ogni calciatore, non soltanto del Torino, nell’arco della propria carriera attraversa fasi luminose e altre nelle quali a prevalere è l’ombra. Ivan Juric, che è stato un calciatore di fatica e che nelle vesti di tecnico non teme di indossare il cilicio (spesso si piega su un ginocchio per osservare da un punto di vista peculiare lo sviluppo del gioco, e questo nonostante le articolazioni siano sollecitate da anni di ruvide battaglie in mezzo al campo), sa che i giocatori possono passare da periodi più o meno fallimentari. Contestualmente sa che questi periodi possono passare, e i calciatori da bruchi evolvere in farfalle. Magari quest’ultimo non è l’animale che più si addice a Milinkovic-Savic, ma indubbiamente il serbo, nel Toro, è transitato dall’essere portiere pieno di insicurezze e lacune tecniche a interprete credibile. Può ancora migliorare sia per presenza nella partita che allenando i talenti che possiede, però la sua crescita è innegabile. «In passato ha fatto errori per i quali abbiamo perso partite - ha recentemente commentato Juric a riguardo - ma adesso sta disputando un buon campionato». Guardando alla sfida di Bologna, un giocatore su tutti ha saputo trasformarsi da brutto anatroccolo a cigno: Karol Linetty, addirittura rapace come un’aquila al momento di inseguire un pallone allontanato dall’area da Radonjic, però osservato dall’attaccante esterno a differenza del centrocampista che si è buttato in pressing su Skorupski. Assieme al gol di Karamoh, al recupero di Schuurs su Orsolini, e a quello dello stesso Linetty su Zirkzee, l’episodio più significativo del successo contro i rossoblù. Assist per immagini che consente di aprire una doverosa parentesi sull’autore della rete da tre punti. Karamoh sembrava la proverbiale figurina attaccata all’album granata giusto per non lasciarlo incompleto, e invece sta diventando uno tra i protagonisti del Toro che sta tentando di rimanere aggrappato al settimo posto. Tra il 5 febbraio e il 6 marzo ha messo a segno 4 reti: in Coppa Italia contro la Fiorentina, in campionato decidendo le sfide contro Udinese e Bologna e portando in vantaggio il Toro nel derby.

Sanabria e gli altri

Meglio di Sanabria, che pure nel 2023 ha segnato 4 reti (tutte in A e 3 utili a portare punti), il doppio di quante il paraguaiano ne abbia realizzate nella prima parte della stagione. Anche a causa dell’infortunio di Pellegri e di un mercato che non ha portato alternative, ma soprattutto credendo nelle peculiarità del sudamericano, Juric a Sanabria ha dato fiducia. E la stima accordata lo ha ripagato: oltre ai tanti gol recenti - 4 nelle ultime 9 giornate - il centravanti contro il Bologna ha servito l’assist per Karamoh. Rimanendo al reparto offensivo anche Seck, pur alternando buone prestazioni ad altre in cui è risultato un po’ confusionario, ha saputo mediamente sfruttare le chance che il tecnico croato non ha smesso di dargli, anche quando le cose non giravano al meglio. Radonjic fa storia a sé: nel suo caso il processo di recupero è in divenire. Dopo l’entrata con pronta uscita nel derby, Juric lo ha rimesso in campo contro il Bologna: il serbo è entrato con altro piglio rispetto a pochi giorni prima, ma tra un pallone giocato di testa alla cieca che per poco non ha rimesso in partita i rossoblù, e un paio di rinvii utili a liberare l’area ma senza la successiva pressione (si torni a Linetty), il giudizio sulla sua riabilitazione è sospeso. Dulcis in fundo, nessun dubbio invece in riferimento a Singo: nell’ultima uscita è stato arrembante nel primo tempo, quindi si è gestito fino a che, al 28’ della ripresa, il suo posto non è stato preso da Aina. Di Singo ultimamente è piaciuto proprio questo: lo spendersi per armonizzare le due fasi, lui che nasce con doti da esterno votato alla fase di spinta. Due, in aggiunta, erano stati i primi reintegrati con successo da Juric: Djidji e Rodriguez, con quest’ultimo che del Toro è fin diventato capitano.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...