Torino, la fame di Pellegri: tutta una stagione in appena 62 giorni

Dalla gara col Sassuolo all’ultima in campionato con l’Inter. Infortuni, tanta sfortuna e sosta mondiale: non gioca da 5 mesi. Lunedì entrerà a gara in corso
Torino, la fame di Pellegri: tutta una stagione in appena 62 giorni© Marco Canoniero

TORINO - Sono 62 i giorni che separano Sassuolo-Torino da Torino-Inter, ovvero la prima partita di campionato dopo la pausa per le Nazionali e l’ultima della stagione. Un numero, questo, che può essere letto anche in maniera differente: sono 62 i giorni che Pietro Pellegri ha a disposizione per cancellare il ricordo di quest’ennesima stagione tormentata e per dimostrare che di questa squadra lui può essere un protagonista sia nel presente che nel futuro. La voglia di riprendersi quello che gli infortuni gli hanno tolto non gli manca di certo: dopo essere tornato a riassaporare il profumo dei campi della Serie A contro il Lecce e il Napoli, restando però seduto in panchina, ora vuole tornare a giocare. Lo abbiamo raccontato anche negli scorsi giorni, Pellegri sta approfittando della sosta del campionato per ritrovare la migliore condizione e al Filadelfia sta svolgendo anche un lavoro speciale per accelerare i tempi e prevenire il rischio di nuovi infortuni.

Pellegri contro il Sassuolo sarà a disposizione di Juric

Contro il Sassuolo il suo nome non figurerà nell’elenco dei convocati solamente per fare numero, tutt’altro, sarà a completa disposizione qualora Ivan Juric decidesse di utilizzarlo (difficile dal 1’, più probabilmente a partita in corso). Certo riuscire poi a scalzare dal ruolo di punta centrale l’Antonio Sanabria delle ultime settimane non sarà semplice - il paraguaiano ha dimostrato di essere uno dei giocatori più in forma di questo periodo e sta segnando con una continuità che non aveva mai avuto in precedenza -, ma il primo importante passo per Pellegri sarà quello di tornare in campo. Sono quasi cinque mesi che non lo si vede in una partita ufficiale (il conto dei giorni, se dovesse giocare lunedì contro i neroverdi, si fermerà a 148), da quando lo scorso 6 novembre a Bologna fu costretto alla sostituzione lampo per via di quell’infortuno alla caviglia subito al primo scatto, pochi secondi dopo il calcio d’inizio. Poi la lunga pausa per il Mondiale in Qatar non lo ha aiutato, anzi, ha finito per aumentare il digiuno di partite del centravanti. A fine dicembre è quindi arrivato un nuovo problema muscolare che lo ha costretto a fermarsi di nuovo. A gennaio, infine, la ricaduta.

Pellegri ha la fiducia di Juric

In questi 62 giorni che separano la partita del Torino contro il Sassuolo da quella contro l’Inter, come dicevamo, Pellegri si gioca molto anche per quanto riguarda il futuro: ha la fiducia di Juric, che poco più di un anno fa lo aveva voluto alla sua corte e che continua a essere convinto del grande potenziale dell’attaccante, ma vuole conquistare anche quella dei tifosi e dimostrare sul campo di poter essere importante per il Torino, anche per quello che verrà il prossimo anno. Sembra difficile che possa essere ceduto la prossima estate, indipendente da come finirà il campionato (se dovesse giocare con continuità, segnare e fare bene, il Torino avrebbe un motivo in più per puntare su di lui, mentre se dovesse fallire diventerebbe più difficile cederlo), ma questo non significa che terminare in un modo o nell’altro la stagione sia uguale. Pellegri lo sa bene e non c’è nessuno più di lui che abbia fame di riscatto, voglia di non vedersi appiccicato una qualche etichetta da promessa non mantenuta o eterno incompiuto. La primavera è la stagione della rinascita, allora non resta che sperare quei giorni primaverili fra il 3 aprile e il 4 giugno possano diventare quelli della rinascita, calcistica, di Pietro Pellegri.

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